Ci sono libri che non leggiamo solo con gli occhi, ma con una sorta di stupore antico, quello che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande. Stregoneria, scienza e social di Patrizio Pezzana è uno di quei libri che non ti lascia mai come ti ha trovato. Inizi a leggerlo pensando che sia un saggio – e lo è, con tanto di riferimenti storici e antropologici da far impallidire chiunque – ma alla fine ti ritrovi a mettere in discussione il tuo rapporto con il mondo digitale, le tradizioni, e pure con quella vecchia superstizione che pensavi di esserti lasciato alle spalle.
La magia, ci racconta Pezzana, non è sparita con la modernità. Non è rimasta chiusa nei libri di storia o tra i bisbigli di vecchie storie di paese. È qui, mescolata ai social, camuffata da meme o travestita da video virali. Non te lo aspetti, ma in qualche modo ha trovato la sua strada per sopravvivere nell’ipertecnologia. E sai una cosa? Ha senso. Pensa a TikTok: non c’è forse qualcosa di magico in una piattaforma che prende un gesto, un simbolo, e lo fa arrivare a milioni di persone in un batter d’occhio? Certo, non è proprio la stessa magia delle defixiones, quelle antiche maledizioni scritte su lamine di piombo per scatenare il caos, ma è comunque un modo per influenzare la realtà. La domanda è: stiamo davvero lasciandoci alle spalle la tradizione o la stiamo solo trasformando?
Pezzana ti porta per mano in un viaggio che oscilla tra il passato e il presente, tra le necromanzie dei secoli antichi e i riti di passaggio che oggi, incredibilmente, prendono forma online. E il bello è che non si ferma a dirti “guardate com’è strano”: ti mostra come tutto sia parte di una continua evoluzione. Le pratiche magiche, quelle che immaginiamo fatte di candele, simboli misteriosi e invocazioni sussurrate, oggi si intrecciano con tutorial su YouTube e post su Instagram. Cambiano i mezzi, ma resta la stessa voglia di dare senso al caos, di manipolare il destino, di lasciare un segno.
E poi c’è questa cosa geniale: l’idea che anche le relazioni digitali, quelle che spesso ci sembrano fredde o artificiali, possano diventare una nuova forma di “campo rituale”. Chi lo dice che un’incantatrice deve per forza avere un calderone e una casa nel bosco? Forse è una streamer con il microfono rosa, o una blogger che condivide incantesimi d’amore e protezione nella bio. È assurdo? Sì, un po’. Ma è anche incredibilmente poetico.
Quello che colpisce è il modo in cui Pezzana riesce a mettere insieme antropologia e contemporaneità senza mai essere pesante. Parla di streghe e rituali, certo, ma anche di identità digitali, di come oggi costruiamo il nostro “io” tra avatar, filtri e hashtag. E ti viene da pensare: forse non siamo così diversi da chi, secoli fa, tracciava simboli sulla sabbia per cercare risposte. Cambiano i linguaggi, ma non cambia la nostra fame di significato.
Alla fine, Stregoneria, scienza e social non è solo un libro sulla magia. È un libro sul nostro bisogno di connetterci, con gli altri e con qualcosa di più grande. Ti parla del passato, ma con uno sguardo fisso sul presente, su questo mondo che sembra muoversi troppo in fretta ma che, in fondo, ha sempre la stessa vecchia storia da raccontare. Se ami i libri che ti fanno pensare, quelli che mescolano storia, cultura e un pizzico di filosofia, questo è il titolo che fa per te.
E adesso, scusa, ma vado a cercare se esiste un hashtag #stregoneria su TikTok. Perché con tutto quello che ho letto, chi può dire che non ci sia un po’ di magia anche qui, proprio sotto il nostro naso?
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