📺 Disponibile su Netflix
📽️ 1ª stagione | 8 episodi

Sai quella sensazione di mettere un piede in un dramma storico e l’altro in un thriller psicologico, mentre sorseggi un drink costosissimo in un hotel che non potresti mai permetterti? Ecco. È esattamente così che mi sono sentita guardando Winter Palace, la nuova serie Netflix che mescola ambizione, disperazione e tanta neve.

La trama

Fine Ottocento, Alpi svizzere. Un visionario di nome André Morel (Cyril Metzger) decide di sfidare la natura e la società dell’epoca aprendo un hotel di lusso… in inverno. Oggi ci sembra scontato, ma nel 1899 era pura follia. Per realizzarlo, si allea con l’aristocratico inglese Lord Fairfax, ma ben presto si accorge che tenere in piedi un palazzo a -20°C non è solo una questione di struttura, ma di sopravvivenza.

Gli ospiti, ovviamente, sono uno spettacolo a parte—ricchi annoiati, artisti eccentrici, nobili decaduti e persino scienziati visionari. Ma il vero dramma è dentro l’hotel: dipendenti divisi tra lealtà e ribellione, la pressione finanziaria soffocante e i segreti sepolti sotto ogni strato di neve.

La cosa che mi ha colpito di più di Winter Palace è il sottotesto. Perché sì, parla di un hotel che apre in un luogo ostile, ma parla anche dello scontro tra modernità e tradizione, di come alcuni si aggrappano disperatamente al vecchio mondo mentre altri cercano di crearne uno nuovo.

C’è anche un sottile messaggio filosofico sul controllo e l’imprevedibilità. Morel vuole domare la natura e la società, ma la serie non ci mette molto a ricordarci che nessuno ha davvero il controllo su nulla.

Stile e regia: tra grandiosità e claustrofobia

La regia di Pierre Monnard gioca bene tra il fascino e il senso di oppressione. L’hotel è immenso, lussuoso, visivamente perfetto—ma allo stesso tempo ha qualcosa di soffocante. Quando arriva la tempesta, non c’è via di fuga.

La fotografia abbraccia toni freddi, non solo nella palette azzurra e argentata della neve, ma anche nel modo in cui i personaggi vengono inquadrati. Sembrano sempre un po’ piccoli rispetto alla vastità del paesaggio, sottolineando la loro lotta contro qualcosa di più grande di loro.

La mia esperienza

Se c’è una cosa che Winter Palace fa bene, è ipnotizzarti con la sua atmosfera. Ti sembra di essere dentro l’hotel, di sentire l’odore del legno lucido, il crepitio del camino, gli sguardi taglienti tra i personaggi.

Ma non è tutto perfetto. A volte la serie sembra così preoccupata di essere visivamente impeccabile da sacrificare un po’ il ritmo. Alcuni episodi si trascinano, e certe sottotrame avrebbero potuto essere più incisive. Il protagonista, seppur carismatico, a volte sembra più una forza di volontà incarnata che una persona reale.

Vale la pena?

Se ami i drammi storici con un tocco psicologico e un’estetica mozzafiato, sì. Se cerchi qualcosa di più dinamico e immediato, potresti aver bisogno di un po’ di pazienza. Ma alla fine, Winter Palace è una di quelle serie che ti lasciano a riflettere—sull’ambizione, sul controllo e su come alcuni sogni, per quanto grandiosi, finiranno sempre sepolti sotto la realtà.

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