Dopo aver camminato tra le visioni infernali di Giacomino da Verona, eccomi a Milano, nella bottega letteraria di Bonvesin de la Riva. Qui non trovo il poeta sregolato o conviviale, ma un maestro che con rigore e immaginazione ha voluto insegnare, educare, formare coscienze. È il 1274 circa, e Bonvesin compone il Libro delle tre scritture, il primo vero testo letterario in volgare lombardo e una delle opere che preparano il terreno alla Divina Commedia.
Il contesto
Bonvesin è terziario degli Umiliati, maestro di grammatica e uomo profondamente legato alla vita religiosa e civile della sua città. Mentre in Toscana si coltivano l’amore stilnovista e la satira comico-realista, a Milano la poesia in volgare si fa soprattutto didattica: una parola che non serve a intrattenere, ma a cambiare il cuore di chi ascolta.
Il libro
Il Libro delle tre scritture è costruito come un viaggio in tre tappe, ognuna associata a un colore e a una dimensione dell’esperienza spirituale:
- Scrittura nigra (nera): l’Inferno, con immagini potenti e crudeli dei tormenti dei dannati.
- Scrittura rubra (rossa): la Passione di Cristo, il sangue come segno di salvezza.
- Scrittura aurea (dorata): il Paradiso, descritto come spazio di luce, armonia e gioia eterna.
Tre scritture, tre mondi, tre lezioni: paura, redenzione, speranza. Bonvesin usa una lingua semplice ma incisiva, in quartine monorime, per farsi capire da tutti. Le sue descrizioni sono vivide, concrete, piene di dettagli che rimangono impressi: non allegorie astratte, ma scene che sembrano affreschi. Il contrasto è il motore del libro: buio e luce, dolore e consolazione, dannazione e gloria.
Il movimento letterario
Il Libro delle tre scritture appartiene alla vena didattico-religiosa dell’Italia settentrionale. È poesia come predicazione, fatta per scuotere le coscienze e guidare i lettori/ascoltatori verso scelte morali. Ma nonostante l’intento educativo, Bonvesin non rinuncia alla forza creativa, alla costruzione di immagini che avranno eco nella Divina Commedia di Dante.
Curiosità storiche
- Bonvesin insegnava in una scuola privata di sua proprietà a Milano: la sua poesia era anche strumento pedagogico.
- Con la sua Scrittura nigra, anticipa molti scenari infernali che Dante renderà celebri.
- È considerato il primo grande scrittore in volgare lombardo, portando dignità letteraria a una lingua diversa dal toscano dominante.
Perché leggerlo oggi
Perché il Libro delle tre scritture ci ricorda che la letteratura non nasce solo per consolare, ma anche per disturbare, ammonire, far riflettere. La “scrittura nera” è l’immagine delle nostre paure, la “rossa” ci parla di sofferenza che può diventare solidarietà, la “dorata” è la visione di un mondo giusto, luminoso, finalmente in pace. Oggi possiamo leggerlo come un invito a immaginare alternative: non solo inferni da temere, ma paradisi da costruire insieme, qui e ora.





Lascia un commento