Al trentesimo giorno del calendario l’orrore non esplode in scene spettacolari, ma cresce lentamente tra le mura di una casa qualunque. The Babadook (2014), esordio della regista australiana Jennifer Kent, è un horror che racconta il lutto, la maternità e la paura attraverso un mostro fatto di carta e ombre, capace di insinuarsi nella mente e nel cuore.

Che cos’è l’horror psicologico minimalista?

È un horror che lavora con poco: pochi personaggi, poche location, pochissimi effetti speciali. Il vero terrore nasce dalle emozioni, dai silenzi, dai conflitti interiori. Minimalista non significa povero, ma essenziale: togliere il superfluo per lasciare che l’angoscia si faccia strada in modo diretto.

Elementi chiave

  • Ambientazione chiusa → una casa claustrofobica, che riflette lo stato mentale della protagonista.
  • Dolore interiore → il lutto per la perdita del marito diventa terreno fertile per l’orrore.
  • Mostro simbolico → il Babadook non è solo una creatura, ma una materializzazione del trauma.
  • Relazione madre-figlio → amore, conflitto e paura si intrecciano, rendendo l’orrore ancora più intimo.
  • Tensione crescente → non servono jump scare: basta la sensazione che qualcosa stia lentamente crollando.

La trama

Amelia, madre single, vive con il figlio Samuel, ancora traumatizzato dalla morte del padre. Una notte, leggono insieme un misterioso libro per bambini, intitolato Mister Babadook. Da quel momento, una presenza oscura sembra infestare la loro casa. Ma è davvero un mostro reale o il riflesso del dolore e della rabbia repressa di Amelia?

Lettura critica

The Babadook è un film che divide: c’è chi lo trova spaventoso, chi lo considera più un dramma che un horror. Ma è proprio questa ambiguità a renderlo potente. Jennifer Kent usa il linguaggio dell’horror per raccontare il peso del lutto e della maternità difficile. Il Babadook diventa allegoria del dolore: non si può eliminare, si può solo imparare a conviverci.

Perché guardarlo a Halloween

Perché Halloween non è solo mostri esterni, ma anche quelli che portiamo dentro. The Babadook è perfetto per chi vuole un film che non spaventa con l’azione, ma con la profondità emotiva: un incubo che parla di noi, delle nostre fragilità e delle paure che non vogliamo ammettere.

Curiosità

  • Il libro del Babadook è stato realmente realizzato e venduto in edizione limitata: oggi è un oggetto da collezione.
  • Il film è diventato cult anche per la comunità queer, che ha adottato il Babadook come icona LGBTQ+.
  • Jennifer Kent ha dichiarato che il film è ispirato a esperienze personali di lutto e depressione.
  • La creatura è stata realizzata principalmente con effetti pratici e stop-motion, per mantenere un aspetto artigianale e inquietante.

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