Il panettone non bastò è una raccolta di racconti che attraversa un secolo di letteratura italiana per dire, con voci diverse, una stessa verità: non basta il rito per salvare l’anima, non basta la festa per cancellare le ingiustizie.

Perché questo libro

L’ho scelto perché restituisce il Natale alla sua dimensione più ambigua e vera, quella che Dino Buzzati ha attraversato per tutta la vita: una festa carica di attese, riti e promesse che spesso non mantengono ciò che annunciano. In questi testi il Natale non è mai pura celebrazione, ma un momento di bilancio, di sospensione, a volte di malinconia.

Buzzati osserva la festa da vicino, senza indulgenza né cinismo. La guarda come giornalista, come narratore e come uomo, lasciando emergere le contraddizioni di un rito che pretende di essere consolatorio ma finisce per mettere a nudo solitudini, assenze, disillusioni. È un Natale umano, imperfetto, che non salva automaticamente, ma costringe a guardarsi dentro.

Trama

Il panettone non bastò non ha una trama unica, ma raccoglie scritti eterogenei che Dino Buzzati ha dedicato al Natale dagli anni Trenta fino alla fine della sua vita. Articoli giornalistici, racconti, poesie, fiabe disegnate e testi autobiografici, apparsi su quotidiani e periodici e rimasti a lungo dispersi.

Si passa dal ricordo intimo del primo Natale vissuto senza il padre a riflessioni ironiche sulla costruzione del presepio, dai consigli su come scegliere la strenna giusta alla rilettura del personaggio di Scrooge, fino alla cronaca sorprendente di un Natale africano raccontato da Addis Abeba. Ne emerge un percorso frammentato ma coerente, che attraversa luoghi, tempi e registri diversi, unito da uno stesso sguardo inquieto e partecipe.

Stile e atmosfera

Lo stile alterna leggerezza e profondità, ironia e malinconia. Buzzati scrive con una lingua limpida, spesso semplice solo in apparenza, capace di trasformare episodi quotidiani in occasioni di riflessione più ampia. Anche quando il tono è narrativo o fiabesco, resta sempre una tensione sotterranea, una sensazione di attesa incompiuta.
L’atmosfera che attraversa il volume è quella di un Natale sospeso: mai del tutto luminoso, mai completamente oscuro. Le luci della festa convivono con l’ombra della solitudine, della memoria, del tempo che passa. Il risultato è un sentimento di disincanto gentile, tipicamente buzzatiano.La raccolta alterna registri e stili, ma il filo rosso è sempre la disillusione elegante. Ogni autore usa il Natale come dispositivo narrativo per svelare la maschera sociale del tempo: un paese che si racconta solidale ma resta profondamente diviso.
Si passa dal realismo asciutto di Calvino al sarcasmo morale di Gadda, dal lirismo inquieto di Buzzati alla malinconia dei minori dimenticati. Il tono generale è quello del paradosso: più si parla di bontà, più emerge la solitudine.

Temi e riflessioni

Attraverso il Natale, Buzzati mette in scena i temi centrali della sua poetica: il tempo, l’assenza, l’attesa, la difficoltà di trovare un senso pieno nelle cose. Il panettone del titolo diventa simbolo di una festa che promette abbondanza e consolazione, ma che non riesce a colmare i vuoti più profondi.

Il Natale è anche uno spazio autobiografico, in cui affiorano ricordi personali, abitudini, contraddizioni, ma senza mai trasformarsi in confessione sentimentale. È piuttosto un’occasione per interrogare il rapporto tra individuo e rito, tra desiderio e realtà, tra ciò che la società celebra e ciò che l’uomo realmente vive.

Punti positivi

  • Raccolta preziosa che restituisce testi a lungo dispersi di Dino Buzzati.
  • Mostra la varietà della sua scrittura: giornalistica, narrativa, poetica e fiabesca.
  • Offre un ritratto intimo dell’autore attraverso un tema ricorrente e significativo.
  • Un Natale lontano dalla retorica, osservato con lucidità e umanità.

Perché leggerlo a Natale

Perché ricorda che il Natale non è solo una scenografia, ma un momento che mette alla prova le persone e le loro relazioni. Perché mostra come i riti, se non accompagnati da consapevolezza, rischiano di restare vuoti. E perché, nelle pagine di Buzzati, la festa diventa un’occasione per fermarsi, osservare e accettare anche ciò che non si risolve.

Il panettone non bastò è un Natale senza illusioni facili, ma profondamente umano: fatto di attese, di piccoli gesti e di domande che restano aperte, anche quando la festa finisce.

Una replica a “Il panettone non bastò”

  1. Sono molto curiosa di leggere questi racconti. Di Buzzati lessi, davvero tanti anni fa, “Il deserto dei tartari” e “Bàrnabo delle montagne” che mi era piaciuto molto.

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