Per il ventiquattresimo giorno del nostro Calendario dell’Avvento Letterario, ho pensato a qualcosa di speciale, qualcosa che racchiuda davvero la magia del Natale: Lettere da Babbo Natale di J.R.R. Tolkien. Non so se conosci questa piccola perla, ma è uno di quei libri che non leggi, vivi. Un regalo che Tolkien ha fatto ai suoi figli – e a tutti noi, di riflesso – scrivendo lettere natalizie per oltre vent’anni, fingendosi Babbo Natale. Già così, hai capito che non è la solita storia.
Immagina la scena: ogni anno, i figli di Tolkien trovavano nella cassetta delle lettere una busta speciale, con francobolli del Polo Nord e una calligrafia tremolante, quella tipica di chi scrive con mani infreddolite. Dentro, una lettera in cui Babbo Natale raccontava di tutto: le avventure con l’Orso Polare (un combinaguai adorabile che vive con lui), i guai provocati dai goblin, e le mille disavventure che capitavano mentre cercava di preparare i regali per tutti i bambini del mondo. E poi c’erano i disegni – fatti da Tolkien stesso – che ti facevano sentire lì, nel caos innevato del Polo Nord, a ridere con Babbo Natale e i suoi aiutanti.
Ma quello che rende Lettere da Babbo Natale davvero unico non sono solo le storie o le illustrazioni. È l’amore. Ogni parola è impregnata di quell’affetto speciale che Tolkien aveva per i suoi figli. È come se dicesse: “Anche se un giorno smetterete di credere in Babbo Natale, non smettete mai di credere nella magia, nella possibilità che il mondo possa essere un posto straordinario”. E c’è qualcosa di profondamente commovente in questo gesto, che non era per il pubblico, ma per loro, per la sua famiglia.
Più leggi queste lettere, più ti rendi conto che il vero regalo non erano i regali (ok, questa suona scontata, ma è vera). Era il tempo che Tolkien dedicava a creare qualcosa di magico, anno dopo anno. Anche quando i figli cominciavano a crescere e quella scintilla di credulità infantile iniziava a spegnersi, lui continuava. Non tanto per loro, forse, ma per il principio di mantenere viva una tradizione, per dire: “La meraviglia è una scelta, non un’illusione”.
E poi, diciamolo: chi altri potrebbe trasformare Babbo Natale in un personaggio epico, con un mondo così ricco di dettagli e avventure, se non l’autore de Il Signore degli Anelli? Queste lettere non sono solo favole: sono un pezzo dell’anima di Tolkien, che metteva tutto il suo talento narrativo al servizio di una cosa tanto semplice quanto potente. Ed è qui che sta la magia.
Morale del giorno: La magia del Natale non è nei regali, ma nei gesti che restano. Tolkien, con una penna e un po’ di carta, ha creato qualcosa che ancora oggi ci insegna a credere nel potere delle storie e nell’importanza di far sentire speciali le persone che amiamo.
E così, con Lettere da Babbo Natale, si chiude il nostro Calendario dell’Avvento Letterario. È stato bello fare questo viaggio insieme, tra storie, riflessioni e tanta immaginazione. Spero che, come Babbo Natale, queste parole abbiano portato un po’ di calore nella tua giornata. Ora non resta che dirti: buon Natale, davvero.
Se questo post ti ha fatto sorridere, riflettere o sentire un pizzico di magia, perché non sostenere il mio lavoro con un piccolo gesto? 🎄 🎅✨





Scrivi una risposta a pk 🌎 Cancella risposta