Sostiene Pereira, scritto da penna sensibile di Antonio Tabucchi nel 1994, è un romanzo che esplora temi come la libertà, la coscienza politica e la resistenza morale, ambientato nel Portogallo degli anni ’30, in pieno regime autoritario salazarista. Attraverso il protagonista, il giornalista Pereira, Tabucchi ci offre una riflessione profonda sul peso delle scelte individuali in tempi di oppressione.

La storia è raccontata come una “testimonianza” delle azioni di Pereira, un giornalista di mezza età che lavora a Lisbona per il Lisboa, un giornale per cui cura la rubrica culturale. Pereira è un uomo segnato dal lutto per la moglie e disilluso dal mondo circostante; il suo lavoro si limita a tradurre racconti francesi e a scrivere necrologi di scrittori illustri, restando lontano dalla realtà politica che lo circonda. Vive in una sorta di bolla di neutralità, senza coinvolgersi con le questioni urgenti del suo Paese. Tuttavia, tutto inizia a cambiare quando conosce Francesco Monteiro Rossi, un giovane animato da ideali antifascisti.

Monteiro Rossi entra nella vita di Pereira come un risveglio silenzioso. Quando Pereira gli chiede di scrivere necrologi in anticipo per il giornale, si accorge che i testi del giovane portano una visione critica e senza filtri della situazione politica europea. Questo incontro lo costringe a confrontarsi con le proprie convinzioni e le proprie limitazioni. A poco a poco, il giornalista inizia a coinvolgersi nel pensiero politico, non più come idea astratta, ma come responsabilità personale. Si rende conto che il suo silenzio è, in fondo, una forma di complicità, e questa consapevolezza lo porta a una lenta e radicale trasformazione.

Il titolo, Sostiene Pereira, suggerisce un tono di testimonianza, come se la storia fosse raccontata in forma di dichiarazione, forse durante un interrogatorio. Questo crea un senso di urgenza e una sensazione di intimità. La narrazione in prima persona rende le esperienze di Pereira tangibili e, in qualche modo, personali. Sembra quasi che Tabucchi voglia ricordarci che, in tempi di autoritarismo, la libertà di espressione e il coraggio di opporsi non sono solo scelte individuali, ma atti di responsabilità collettiva.

Ciò che rende Sostiene Pereira così potente è il modo in cui Tabucchi usa il personaggio di Pereira per illustrare la lotta tra apatia e resistenza. Pereira è, in un certo senso, un anti-eroe che cerca solo pace in un mondo turbolento. Tuttavia, impara che, in certi momenti storici, è necessario prendere una posizione. La sua decisione finale, un atto di coraggio e di rischio personale, è la dimostrazione che anche l’individuo più riluttante può trovare una forza inaspettata quando è spinto da una causa giusta.

Antonio Tabucchi ha creato, con Sostiene Pereira, un romanzo che parla direttamente a chi si chiede come reagirebbe di fronte a un’ingiustizia così vasta da soffocare persino i più resilienti. È una storia sulla scoperta della propria coscienza, su come l’ordinario possa, sì, diventare straordinario quando guidato dal senso di dovere. In tempi in cui la voce individuale può sembrare piccola, Pereira è un promemoria che ogni atto di coraggio conta, che il risveglio può essere lento ma inevitabile, e che le scelte personali hanno il potere di risuonare anche nei periodi più oscuri.

Se cerchi un’opera che ispiri e faccia riflettere, Sostiene Pereira è la lettura perfetta. È una narrazione sensibile e potente, che ci ricorda l’importanza di non restare neutrali di fronte all’oppressione e di come, spesso, il vero coraggio risieda in chi sceglie, infine, di rompere il silenzio.

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16 risposte a “Sostiene Pereira. Una testimonianza”

  1. È in libreria da parecchio, ma non mi sono mai decisa a leggerlo. Lo farò, però, prima o poi…

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    1. Quando lo leggerai, sono sicura che ti prenderà. Poi fammi sapere che ne pensi!

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    1. Bello sapere che ha colpito anche te! 😊

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      1. Molto ❣️❣️❣️
        Buon pomeriggio

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  2. Avatar letteraturadiviaggio
    letteraturadiviaggio

    Un classico della letteratura del ‘900. Della letteratura impegnata, si direbbe oggi. Genuinamente impegnata, capace di far riflettere e di far sognare. Un testo che ho apprezzato moltissimo, che è stato anche trasposto al cinema con un grande Marcello Mastroianni nei panni di Pereira. Esiste anche una versione in graphic novel della Tunuè, anch’essa molto evocativa.

    Lisboa, il Portogallo, terre del finimondo. Tabucchi è stato il cantore della cultura lusitana

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    1. Concordo, è un classico che riesce a essere impegnato senza mai perdere quella capacità di toccare l’anima. La trasposizione con Mastroianni è davvero un capolavoro, e non sapevo della graphic novel della Tunuè, ma ora voglio assolutamente recuperarla! Tabucchi ha fatto del Portogallo una dimensione poetica unica, quasi magica

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  3. Un libro magnifico! Letto e riletto più volte. Ho visto anche il film tratto dal libro con Mastroianni nelle vesti del protagonista. Per quanto mi riguarda, a differenza di altre riproposizioni cinematografiche, in questo film la sequenza narrativa ripercorre la semantica (se così si può dire) tratteggiata nel libro.
    Mi piace molto il personaggio di Monteiro, con i suoi necrologi segna e disegna benissimo il periodo della dittatura di Salazar, mi ricorda molto l’Antologia di Spoon River di Lee Masters. Sebbene con diverse “angolazioni” ambedue gli autori seguono la stessa direttrice, trattano l’esistenza e la condizione disperata delle “cose umane”: uno come forma di protesta e denuncia verso il potere, la bieca sopraffazione e la violenza dei regimi in generale, l’altro facendo “parlare” in prima persona chi, invece, ha subito un’esistenza al limite dell’emarginazione, oggetto a tratti di scherno e rigetto sociale. Una denuncia che sia in prima che in terza persona, grida, sconvolge, ti attacca al muro.
    Poi amo Lisbona e la sua aurea malinconica, quelle vie “tagliate” dai tram che s’inerpicano “fino al cielo”, il fado, quella melodia struggente ricca di pathos, di nostalgia, di amore per la propria terra, per la vita ancorata al fato e all’ineluttabilità che ne deriva. Se ti può interessare, a tal proposito, ti consiglio di ascoltare Mariza, in particolare il concerto dal vivo a Lisbona (il brano Primavera ao vivo em Lisboa, è qualcosa che non descriverti, tanto è l’emozione che mi avviluppa ogni volta) dove ripercorre, con una capacità vocale da brividi, alcuni brani di un’altra grande artista portoghese, Amalia Rodrigues. Sono sicuro che non ne resterai delusa. Anche questa volta ottima scelta e recensione notevole. Grazie.

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    1. Grazie mille per il tuo commento, il paragone con l’Antologia di Spoon River è davvero interessante, non ci avevo mai pensato, ma rende perfettamente l’idea: quella capacità di dare voce a chi è stato messo da parte è una forma di resistenza potentissima. E Lisbona… hai descritto la sua aura malinconica in un modo che sembra quasi di sentirla. Non conoscevo bene Mariza, ma andrò sicuramente ad ascoltare ‘Primavera ao vivo em Lisboa’, come hai suggerito. E mi hai anche fatto venire voglia di approfondire Amália Rodrigues, di cui ho sempre sentito parlare ma che non ho mai ascoltato davvero. Grazie ancora per aver condiviso il tuo punto di vista, mi ha fatto apprezzare ancora di più il libro e tutto ciò che lo circonda

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  4. Molto belli sia il libro che il film

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    1. Concordo pienamente, sia il libro che il film sono splendidi! Tabucchi ha creato una storia potente, e il film riesce a catturare l’essenza del romanzo in modo davvero toccante

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  5. Libro meraviglioso. Mi sono innamorata del Portogallo e poi ci sono andata . E lo amo ancora di più.

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    1. Questo libro ha proprio quel potere, vero? Tabucchi riesce a far innamorare non solo della storia, ma anche dell’atmosfera del Portogallo, come se ogni pagina avesse dentro il suono del fado e il profumo di una pastelaria. È impossibile non amare Lisbona dopo aver letto Sostiene Pereira! ❤️

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