Ho finalmente recuperato La persona peggiore del mondo (2021) su Prime Video – e posso dire che questo film mi ha lasciata senza parole. Non lo avevo visto al momento del suo lancio, ma sono felice di aver aspettato: certe storie arrivano al momento giusto. Con una durata di 2h08, è un film che ti accompagna in un turbinio di emozioni, senza mai essere banale.

La trama

Diretto da Joachim Trier, il film racconta quattro anni della vita di Julie, una trentenne che cerca disperatamente di capire chi è e cosa vuole. Renate Reinsve, che interpreta Julie, è semplicemente magnetica: è imperfetta, confusa, egoista, ma proprio per questo incredibilmente vera. La storia è divisa in 12 capitoli, un prologo e un epilogo, come un romanzo visivo. Ogni capitolo è un frammento di vita, a volte divertente, altre straziante, ma sempre onesto.

Julie si muove tra due relazioni significative: con Aksel, un uomo più grande e già affermato, e con Eivind, più leggero e spontaneo. Ma il cuore del film non sono solo i suoi amori: è la sua ricerca, quella sensazione di trovarsi sempre “fuori posto” mentre il tempo scorre.

Cosa mi ha colpito

  1. La protagonista. Julie non è l’eroina perfetta, ma è impossibile non riconoscersi in lei. Le sue scelte, i suoi dubbi, anche i suoi errori sono un riflesso di quel caos interiore che molti di noi vivono.
  2. La poesia visiva. La scena in cui il tempo si ferma e Julie corre per le strade deserte di Oslo mi ha tolto il fiato. È uno di quei momenti che restano impressi, un’immagine che dice tutto senza bisogno di parole.
  3. L’onestà. Non ci sono soluzioni facili né finali perfetti. Il film non cerca di darti risposte, ma ti invita a convivere con le domande, e questa è forse la cosa più coraggiosa.

Qualche riserva

Non è un film perfetto: il ritmo, in alcuni punti, rallenta parecchio, e il tono oscilla tra leggerezza e introspezione profonda, cosa che potrebbe disorientare. Ma forse è proprio questa imperfezione a renderlo così autentico.

Perché vederlo

La persona peggiore del mondo è uno di quei film che ti restano addosso. Non solo perché racconta con precisione disarmante i dilemmi di una generazione, ma perché riesce a farti sentire meno sola nelle tue incertezze.

Se non l’hai ancora visto, fallo. Julie potrebbe non essere la “persona peggiore del mondo”, ma di sicuro è una delle protagoniste più umane e complesse che ho incontrato ultimamente. Disponibile su Prime Video, pronto a farti ridere, commuovere e riflettere.

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3 risposte a “La persona peggiore del mondo”

  1. Lo sai, vero, che ormai attingo a mani basse dai tuoi consigli di visione? Ps. Ho visto anche Marrowbone di cui avevi parlato… l’ho apprezzato perché non è un film che vuole spaventare a tutti i costi e gioca più sul discorso psicologico-patologico. 👍

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    1. Ma che bello sapere che i miei deliri cinematografici ti stanno ispirando! Hai beccato in pieno lo spirito di Marrowbone! Non è quel tipo di horror tutto salti dalla sedia, è più un viaggio nella testa, su quel confine sottile tra paura e dolore che, diciamolo, a volte fa più paura di un fantasma in cantina. Mi fa un sacco piacere che tu abbia apprezzato questo lato più delicato e profondo. Sono quei film che ti restano appiccicati addosso, tipo certi libri che ti girano in testa per giorni

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  2. […] di Joachim Trier e l’inizio della sua Trilogia di Oslo, che comprende anche Oslo, 31 agosto e La persona peggiore del mondo (clicca qui per leggere la mia recensione). Ed è stato un viaggio. Non solo nella storia di due […]

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