A volte un libro riesce a conquistarci grazie ai personaggi con cui riusciamo subito a identificarci. Ed è proprio quello che mi è successo con La Ragazza di Carta di Guillaume Musso. Mi ci sono avvicinato come si farebbe con un romanzo per distrarsi, e ne sono uscito con riflessioni inaspettate e la voglia di rileggere alcuni passaggi. Musso, infatti, mescola realtà e fantasia in modo semplice, senza esagerare – ci porta nella vita di Tom Boyd, uno scrittore che, a differenza di molti altri, detesta la parola “successo.”

La trama è semplice, ma piena di possibilità. Tom è un autore che ha conquistato un enorme pubblico, ma dopo una delusione amorosa gigantesca si ritrova a toccare il fondo. Blocco creativo, crisi di autostima, isolamento totale: passa attraverso tutto. Ed è qui che Musso inserisce il suo colpo di scena: una notte, senza preavviso, uno dei suoi personaggi, Billie, appare letteralmente in carne ed ossa nel suo salotto, giurando di essere uscita dalle pagine del suo libro.

Billie ha quel carattere sarcastico e schietto che immagini in una persona che decide di uscire dalla propria storia per risolvere le cose in prima persona. Lei scuote Tom, lo costringe a riprendere in mano la trilogia che ha abbandonato e la loro intesa è immediata, fatta di dialoghi brillanti e battute che strappano più di un sorriso.

Il libro si trasforma in una specie di road trip (sì, viaggiano insieme!) in cui Tom e Billie cercano di uscire dalle proprie crisi: lui nel mondo reale, lei nel mondo della fantasia. Tra situazioni inusuali e a volte esilaranti, Musso gioca con i confini tra realtà e finzione, senza complicare troppo – il tono rimane leggero dall’inizio alla fine.

Se la trama può sembrare un po’ surreale, ciò che dà sostanza al libro sono i temi che affronta. Musso ci parla di blocchi, perdite, delusioni amorose e di quel momento in cui semplicemente non sappiamo cosa fare della nostra vita. Tom è uno che potrebbe avere tutto, ma il buco in cui è caduto è così profondo che niente sembra in grado di tirarlo fuori – tranne, ironia della sorte, un personaggio fittizio. La vera genialità sta qui: a volte serve una scossa dall’esterno per farci ritrovare la via.

E questo è il punto: La Ragazza di Carta non parla solo del dramma di uno scrittore e della sua musa immaginaria, ma di ciascuno di noi, delle nostre piccole sconfitte e dei modi assurdi con cui la vita ci fa rimettere in gioco. Musso usa il tema della creazione per chiederci fino a che punto abbiamo davvero il controllo della nostra vita – perché, diciamoci la verità, chi non si è mai sentito un protagonista un po’ perso della propria storia?

Alla fine, chiudi il libro con la sensazione che la vita sia fatta di alti e bassi, ma anche di soluzioni imprevedibili. Se ti piace un romanzo che mescola un tocco di fantasia con una buona dose di dramma e qualche riflessione spiritosa sulla vita, La Ragazza di Carta fa per te. Musso offre una storia veloce, divertente, che ci ricorda che, anche quando tutto sembra perso, c’è sempre una via per andare avanti – fosse anche solo grazie a un improbabile compagno di viaggio venuto fuori dalle pagine di un libro.

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9 risposte a “La Ragazza di Carta”

  1. Non ho letto questo romanzo ma da quel che racconti si riconosce lo stile di Musso. Devo ammettere che nei confronti di questo autore ho giudizi un po’ altalenanti, qualcosa mi é piaciuto, qualcosa non mi è dispiaciuto, qualcosa mi ha molto irritato.

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    1. Capisco benissimo quello che dici, perché anche per me Musso è un autore “a corrente alternata”. A volte riesce a creare quella magia che ti cattura e ti fa divorare il libro, altre volte ti lascia un po’… boh, insoddisfatta, come se mancasse qualcosa. Con La Ragazza di Carta, però, devo dire che mi ha preso in contropiede: non mi aspettavo niente di speciale, e invece mi ha sorpreso con la sua leggerezza, quel mix tra fantasia e realtà che ti fa riflettere senza appesantirti

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  2. L’idea di base del personaggio di un libro che esce dalle pagine e arriva nel mondo reale mi è sempre piaciuta, in parte mi ricorda La rosa purpurea del Cairo, in cui il personaggio del film usciva dallo schermo, anche se qui si prendono strade differenti. Anche l’idea di vedere lo scrittore confrontarsi con il personaggio da lui creato è molto interessante. Penso proprio che lo leggerò!

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    1. Hai ragione, è proprio un’idea affascinante, e il richiamo a La rosa purpurea del Cairo è azzeccatissimo! Anche qui c’è quella magia di un personaggio che si mescola con il mondo reale, ma in un modo tutto suo. Il confronto tra lo scrittore e il suo personaggio è davvero uno dei punti più intriganti! Musso gioca molto su questa dinamica, e ti ritrovi a pensare: “Ma se un mio personaggio si materializzasse davanti a me, cosa mi direbbe?”

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      1. Dal mio punto di vista sarebbe un brutto incontro, soprattutto se hai fatto succedere a quel personaggio cose abbastanza brutte XD

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      2. Ahaha, vero! 😂 Immagina il personaggio che ti guarda storto e inizia a chiederti spiegazioni tipo: “Scusa, ma tutto quel dramma era proprio necessario?”

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      3. Questo se le cose vanno bene. Altrimenti mi immagino il mio personaggio defenestrarmi senza pietà.

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  3. Ho cinque suoi romanzi in libreria, acquistati per mia figlia, ma non questo. Poco cambia, però, visto che non ne ho letto nessuno 🤣

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    1. Succede anche a me con certi autori: li accumulo con le migliori intenzioni, poi restano lì a guardarmi dalla libreria con aria di rimprovero. Magari La Ragazza di Carta sarà l’occasione giusta per iniziare… o almeno per comprarne un sesto! 😂 Scherzo, leggi quelli che hai prima!

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