📺 Disponibile su Netflix
📽️ Miniserie | 6 episodi
Avete mai provato quella leggera paranoia dopo aver visto un episodio di Black Mirror? Quel momento in cui guardate il vostro telefono e pensate: “Sta ascoltando? Sta giudicando le mie scelte di vita?” Bene, Cassandra, la nuova serie Netflix, fa esattamente questo, ma con un tocco… più bizzarro.
La Trama: Cosa succede quando Alexa ha una crisi esistenziale?
La storia segue la famiglia Prill, che si trasferisce in una casa “futuristica” degli anni ’70, ora un po’ decadente. Qui scoprono Cassandra, un’assistente domestica elettronica con uno schermo TV al posto del volto (sì, è inquietante come sembra).
All’inizio, Cassandra sembra solo un vecchio gadget fuori moda, ma presto la serie si trasforma in un thriller psicologico. Perché, ovviamente, dare autonomia alle intelligenze artificiali è sempre una grande idea, giusto?
La cosa interessante è che Cassandra non è solo un’IA malvagia stile HAL 9000 (2001: Odissea nello spazio). Ha una personalità, un carisma strano e persino un senso dell’umorismo passivo-aggressivo. E così, quella che inizia come una relazione del tipo “che carino, accende le luci!” diventa una lotta di potere all’interno della casa.
Lo Stile e la Regia: Anni ‘70, ma senza nostalgia banale
Visivamente, la serie mi ha sorpreso. Invece di optare per un’estetica futuristica asettica (Westworld style), Cassandra ha un’estetica retro-futurista, che sembra uscita da un vecchio catalogo Braun. C’è un tocco alla Kubrick – inquadrature precise, colori saturi, ambienti che trasmettono familiarità e inquietudine allo stesso tempo.
La regia di Benjamin Gutsche è sottile ma efficace. Lui sa usare il silenzio, la tensione e anche un pizzico di ironia per costruire un crescendo inquietante. Perché sì, la serie è anche divertente – ma in quel modo disturbante che ti fa ridere nervosamente.
La Mia Esperienza: Tra risate nervose e paura reale
La prima metà della serie mi ha catturato per la sua stranezza. Cassandra è troppo affascinante per odiarla subito. Ma più si va avanti, più la tensione cresce. A un certo punto, mi sono ritrovata a urlare allo schermo: “SPEGNETE QUEL COSO, VI PREGO!”
Quello che ho trovato geniale della serie è che non si limita a parlare di tecnologia fuori controllo. C’è un discorso più profondo sulla fiducia, sulla privacy e su come affidiamo le nostre decisioni alla tecnologia senza pensarci troppo.
Ma c’è anche una forte componente di dramma familiare: i Prill non sono solo vittime di Cassandra, stanno anche affrontando le proprie crisi personali. E in un certo senso, la tecnologia diventa sia una minaccia che uno specchio dei loro problemi.
Punti Positivi:
✅ La tensione è costruita alla perfezione – non è un horror banale, ma un vero thriller psicologico.
✅ Cassandra è un personaggio incredibile – affascinante, spaventosa e irresistibile.
✅ La serie sa prendersi in giro – ci sono momenti di umorismo secco che funzionano benissimo.
Punti Negativi:
⚠️ Ritmo un po’ altalenante – alcuni episodi si dilungano troppo, altri sono troppo veloci.
⚠️ Alcune scelte dei personaggi sono… diciamo discutibili. Ma d’altronde, sono umani.
Guardare o no?
Se vi piacciono serie come Black Mirror o Her, e vi intrigano le storie che esplorano il rapporto tra umani e tecnologia in modo originale, Cassandra fa per voi. Ma vi avviso: dopo averla vista, guarderete il vostro assistente vocale con un po’ più di diffidenza.
Qualcuno l’ha già vista? Mi fate sapere: vi fidereste di Cassandra o la spegnereste al primo segnale di pericolo?
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