📽️ Durata: 1h49
📺 Disponibile su Rai Play
A volte guardiamo senza pensare, altre volte pensiamo di vedere troppo. Hitchcock prende questa idea e la trasforma in tensione pura: un uomo bloccato in casa, una finestra, dei vicini che vivono la loro vita senza sapere di essere osservati… e un sospetto che cresce, scena dopo scena.
La trama
Jeff (James Stewart), fotografo d’azione, è costretto all’immobilità da una gamba rotta. Il caldo è insopportabile, il tempo non passa, e così inizia a osservare il cortile e i suoi vicini: la ballerina sempre in movimento, la donna sola, la coppia felice, il marito burbero… e poi qualcosa cambia. La moglie del vicino scompare.
Lisa (Grace Kelly), la fidanzata perfetta – elegante, intelligente, avventurosa – lo asseconda nel gioco, mentre l’infermiera Stella (Thelma Ritter) butta dentro le sue perle di saggezza cinica. Ma è un crimine o solo una fantasia costruita dalla noia?
La cosa affascinante è che il film ci mette nella stessa posizione di Jeff: anche noi stiamo osservando, costruendo teorie, cercando di dare un senso a dettagli sparsi.
E qui Hitchcock è geniale. Guardare è un atto passivo? O è già un’azione? Jeff non partecipa agli eventi, ma in qualche modo ne è coinvolto. E noi con lui.
Cosa ci attira nell’osservare gli altri? Curiosità, morbosità, desiderio di controllo? Quanto la nostra interpretazione cambia quello che vediamo?
Lo stile: tutto in un unico sguardo
Tutto il film si svolge dentro l’appartamento di Jeff. Non ci muoviamo mai da lì. La finestra diventa lo schermo attraverso cui guardiamo il mondo, esattamente come fa lui.
Eppure non ci annoiamo mai. Hitchcock usa lo spazio in modo perfetto: inquadrature, movimenti di macchina, silenzi che parlano più delle parole. Il ritmo è lento, ma la tensione cresce impercettibilmente fino a un finale che lascia senza fiato.
La mia esperienza
L’ho rivisto tante volte, eppure mi fa sempre lo stesso effetto. Ogni piccolo movimento di macchina, ogni pausa, ogni sguardo di James Stewart ha un peso. E Grace Kelly? Una visione. Ma più che la sua bellezza, qui conta la sua energia: è lei che porta avanti l’azione, mentre Jeff (e noi) restiamo incollati alla sedia.
E poi c’è quell’ultima scena, che ancora oggi mi fa stringere lo stomaco. Hitchcock sapeva come manovrare il pubblico. E noi, puntualmente, ci caschiamo ogni volta.
Resta uno dei thriller più eleganti mai fatti. E dopo averlo visto, impossibile non pensarci la prossima volta che, anche solo per un secondo, ti fermi a guardare dalla finestra.





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