Ci sono storie d’amore che scorrono lisce, senza intoppi. E poi ci sono quelle che si costruiscono sui pezzi rotti, sulle paure, sulle cicatrici. Pezzi di vetro di Giovanna Ceriotti è esattamente questo: un romanzo che non racconta l’amore perfetto, ma quello vero. Quello che vacilla, si scontra, cerca di esistere nonostante tutto.
La trama
Corrado e Mira si incontrano alla festa di un’amica comune. Lui ha una vita semplice e ordinata: lavora, gioca a calcio, ha amici fidati e una cagnolona, Kira, che è la sua unica certezza affettiva. Mira, invece, è l’opposto: insicura, tormentata, piena di ferite che non ha mai davvero guarito. Vive con Piet, il suo gatto, in un appartamento che è il riflesso del suo caos interiore.
Si attraggono subito. Corrado vede in Mira qualcosa di misterioso, una bellezza fragile e sfuggente. Mira trova in Corrado una stabilità che la spaventa e la rassicura allo stesso tempo.
E qui inizia la vera storia. Perché se l’innamoramento è facile, il resto non lo è. Mira ha paura, si chiude, si allontana. Corrado prova a comprenderla, a non forzarla, ma anche lui ha i suoi limiti. La loro relazione è fatta di avvicinamenti e distanze, di momenti perfetti e silenzi pieni di domande.
E poi ci sono i pezzi di vetro, quelli che danno il titolo al libro. Sono le fratture invisibili che ognuno di noi si porta dietro, i traumi, le esperienze che ci hanno segnato. Il vero punto è: possiamo davvero incastrare questi frammenti e costruire qualcosa, o finiremo solo per ferirci a vicenda?
Lo stile di Ceriotti
Quello che rende questo libro speciale è il modo in cui è raccontato. La voce narrante è quella di Corrado, e questo cambia tutto: non è la solita storia d’amore vista attraverso gli occhi di una protagonista femminile, ma il punto di vista di un uomo che osserva, si interroga e cerca di amare nel modo giusto.
Corrado racconta con ironia, con affetto, ma anche con un senso di disincanto che rende tutto più vero. Non idealizza Mira, non cerca di salvarla. La vede per quello che è, con le sue paure e i suoi limiti.
Il linguaggio è diretto, senza fronzoli, ma capace di colpire nel segno. Ci sono frasi che restano impresse, immagini che sembrano scolpite nella mente. È un romanzo che non si perde in descrizioni superflue, ma va dritto al cuore delle emozioni.
La mia esperienza di lettura
Ho iniziato questo libro pensando di leggere una storia d’amore. L’ho finito con la sensazione di aver letto qualcosa di molto più profondo: un viaggio nelle fragilità umane, nelle paure che ci frenano, nella fatica di lasciarsi davvero amare.
Mi sono affezionato subito a Corrado, con il suo modo razionale ma intenso di vivere le cose. Mira, invece, mi ha messo alla prova: ho alternato momenti di empatia ad altri di frustrazione, come se stessi vivendo la relazione con lei in prima persona.
E alla fine, mi è rimasta una domanda addosso: quanto siamo davvero disposti ad accettare le imperfezioni dell’altro? E quanta paura abbiamo di essere accettati per quelle che sono le nostre?
Vale la pena leggerlo?
Se cerchi una storia d’amore convenzionale, forse no. Ma se vuoi un romanzo che parla di sentimenti nel modo più sincero possibile, senza illusioni e senza filtri, allora sì: Pezzi di vetro è un libro che vale ogni frammento.





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