Potrei iniziare questa recensione dicendo che Rumple Buttercup: A Story of Bananas, Belonging, and Being Yourself è un tenero libro per bambini sull’accettazione di sé. Ma sarebbe noioso come una banana senza buccia. E questo libro, mio caro lettore, è la buccia di banana: strano, inaspettato e capace di farti scivolare in quel posto accogliente della mente dove ricordi che essere diversi non è poi così male.

Il contesto tematico: un abbraccio agli outsider

Questo libro nasce dalla mente eccentrica di Matthew Gray Gubler, che non è solo l’amato Dr. Spencer Reid di Criminal Minds, ma anche un artista poliedrico: attore, regista, illustratore e ora scrittore di libri per bambini. La sua vena stravagante è evidente in ogni pagina.

E qui sta il punto: diciamo spesso ai bambini che “ognuno è speciale”, ma a volte suona come una frase fatta da adulti che vogliono sistemare l’autostima dei più piccoli. Rumple Buttercup non fa discorsi motivazionali: racconta una storia.

La trama

Rumple Buttercup non è un mostro normale. Ha un dente storto, cinque capelli ribelli e la convinzione assoluta che, se gli umani lo vedessero, lo rifiuterebbero. Così, fa quello che farebbe chiunque (giusto?): si nasconde nelle fogne e osserva il mondo da lontano.

Ma non vuole sentirsi solo. Quindi si inventa un travestimento geniale: si mette bucce di banana in testa e finge di essere umano. (E diciamolo, non è poi così diverso da quello che facciamo tutti noi quando cerchiamo di “adattarci”).

Il libro è breve, con frasi essenziali e un ritmo che sembra quasi un flusso di pensieri scarabocchiato su un quaderno. E poi arriva il colpo di scena: Rumple scopre che non è l’unico a sentirsi strano. Forse il mondo è pieno di persone che cercano di nascondere le proprie stranezze. E forse è proprio questo che ci rende simili.

Lo stile dell’autore: un libro disegnato come un pensiero

Se ti aspetti un libro illustrato con disegni perfetti e colori brillanti, scordatelo. Gubler disegna come se stesse scarabocchiando su un taccuino: tratti imperfetti, quasi infantili, ma pieni di anima. Il testo segue questo stile, con frasi brevi e un umorismo surreale che ricorda Il piccolo principe, ma senza filosofia esplicita.

Non è un libro che vuole impressionare con la sua perfezione. È un libro che vuole parlarti.

La mia esperienza leggendo con mio figlio

E qui arriva la parte migliore. Ho letto Rumple Buttercup con mio figlio, pensando che sarebbe stata una semplice lettura della buonanotte. Ma qualcosa è successo: lui si è riconosciuto nel libro.

“A volte mi sento strano anch’io”, ha detto. E io ho sentito una stretta al cuore, perché la verità è che siamo stati tutti Rumple Buttercup almeno una volta nella vita.

La conversazione che ne è seguita è stata la parte più bella. Abbiamo parlato di quelle piccole cose che ci fanno sentire diversi, delle paure sciocche che ci portiamo dietro, di quanto sia buffo scoprire che nessuno sa davvero cosa sta facendo nella vita. Alla fine, ha riso e ha detto: “Forse domani metterò una buccia di banana in testa.”

E, sinceramente? Mi sembra un’ottima idea.

Perché dovresti leggere questo libro?

Perché è divertente, bizzarro, veloce e sincero. Perché parla a bambini e adulti senza bisogno di un discorso prefabbricato. Perché non dice solo “essere diversi è bello”, ma mostra che tutti sono un po’ strani, ed è normale.

E perché, in fondo, forse tutti abbiamo bisogno di un Rumple Buttercup nella nostra vita. O almeno di qualche buccia di banana per ricordarci che la stranezza è proprio ciò che ci rende speciali.

7 risposte a “Rumple Buttercup”

    1. Buongiorno! Spero che la tua giornata sia leggera e piena di piccole gioie

      Piace a 1 persona

  1. Nello stesso genere, ti consiglio la storia dell’elefante Elmer.

    Piace a 2 people

    1. L’ho visto tante volte in libreria ma ancora non l’ho letto… Ora che me lo consigli, mi sa che è arrivato il momento!

      Piace a 1 persona

  2. […] aver letto Rumple Buttercup (clicca qui per leggere la mia recensione) con mio figlio e averci entrambi innamorati della storia del […]

    "Mi piace"

Lascia un commento

In voga