Ci sono libri che sono bussole. Pensi di seguire solo una storia e invece ti ritrovi a navigare dentro te stesso, cercando di capire cosa significhi appartenere a un luogo, a un ricordo, a una storia più grande di te. Il paese del sale e delle stelle, di Zeyn Joukhadar, è proprio questo: un viaggio attraverso il tempo, la memoria e l’identità.

La trama

La storia si divide tra due epoche, ma alla fine parla della stessa cosa: il bisogno di trovare un posto nel mondo.

Nel presente, c’è Nour, 12 anni, che dopo la morte del padre si ritrova con la madre e le sorelle a dover lasciare la Siria. La guerra non dà scelta: un giorno hai una casa, il giorno dopo devi solo correre. Così comincia un viaggio che le porta attraverso il Medio Oriente e il Nord Africa, con la speranza – sempre più sottile – di arrivare in un luogo sicuro.

Nour, però, non percepisce il mondo come gli altri. Ha la sinestesia: i suoni hanno colori, le parole hanno sfumature, le emozioni si trasformano in immagini. È un modo speciale di vedere la realtà, ma quando tutto intorno a te è caos e paura, può diventare un peso.

Nel passato, c’è Rawiya, che vive nel XII secolo e vuole viaggiare, scoprire, esistere fuori dai confini imposti. Sa che, da donna, non potrebbe mai farlo, quindi si traveste da uomo e diventa l’apprendista di Al-Idrisi, il grande cartografo. Il suo viaggio è fatto di rotte sconosciute, pericoli, incontri con pirati, ma soprattutto della sensazione che il mondo sia molto più grande di quello che le avevano fatto credere.

Due storie lontane nel tempo, ma con la stessa anima. Nour e Rawiya non vogliono solo scappare o viaggiare. Vogliono capire dove appartengono, anche se quel luogo non è su nessuna mappa.

Contesto Tematico

È impossibile leggere Il paese del sale e delle stelle senza pensare all’attualità. Nour, la protagonista, è una rifugiata siriana in fuga dalla guerra, alla ricerca di un posto sicuro. Se questa storia fosse solo fantasia, sarebbe più facile. Ma non lo è.

Da più di un decennio, milioni di siriani sono stati costretti a lasciare le loro case, affrontando viaggi pericolosi attraverso il Mediterraneo, confini chiusi e la paura di essere rifiutati. Nour è una di loro. Il suo percorso è fatto di incertezza, di speranza e della consapevolezza di essere un corpo in transito, senza garanzie sul futuro.

Ma c’è qualcosa di più profondo: la migrazione non è un fenomeno nuovo. Secoli prima, Rawiya, la seconda protagonista del libro, lasciava la sua casa per intraprendere un viaggio attraverso il Mediterraneo insieme al cartografo Al-Idrisi. Le loro storie sono separate da secoli, ma le emozioni che le attraversano sono le stesse. È un modo per ricordarci che le frontiere, per quanto solide sembrino, sono spesso solo illusioni.

E alla fine, la domanda che il libro ci pone è: cosa significa casa, quando il luogo in cui sei nato non esiste più?

Stile – Quando le parole diventano immagini

Joukhadar scrive come un pittore dipinge: ogni frase è un tocco di colore, ogni descrizione è un’immagine che si imprime nella mente. La sua prosa è poetica ma mai pesante, delicata ma capace di colpire con forza.

L’uso della sinestesia nella narrazione di Nour è un tocco geniale. Le sue percezioni trasformano la realtà in qualcosa di più vivido, più intenso. È un libro che non si legge soltanto, si sente.

Ma quello che mi ha colpito di più è il modo in cui Joukhadar tratta il tema della migrazione: senza pietismo, senza retorica, ma con un’umanità profonda. Non c’è solo dolore, c’è anche speranza, forza e il potere delle storie di tenerci vivi.

La mia esperienza di lettura

Leggere Il paese del sale e delle stelle è stato come seguire impronte sulla sabbia, sapendo che presto le onde le avrebbero cancellate. È un libro che parla di ciò che resta quando tutto sembra perduto. Di come, a volte, l’unica cosa che possiamo portare con noi siano le storie.

Non è stata una lettura facile, non perché fosse difficile da capire, ma perché ti obbliga a metterti nei panni di chi ha perso tutto. Ti fa sentire il peso del viaggio, l’incertezza di non sapere dove andrai a finire.

Se ami le storie che intrecciano passato e presente, che parlano di identità, appartenenza e del potere delle narrazioni, allora questo libro fa per te. Perché alla fine, tutti siamo in cerca di una mappa che ci porti a casa.

7 risposte a “Il paese del sale e delle stelle”

  1. Chi di noi non ha bisogno di trovare il proprio posto nel mondo? Ancora una volta, grazie per questa tua bellissima recensione 🙏😘

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    1. Verissimo, alla fine è una ricerca che riguarda tutti. Grazie a te per leggermi, fa sempre piacere scambiare pensieri su libri così intensi!

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  2. Ho comprato questo libro leggendo la tua descrizione! Una meraviglia! E’ stato davvero toccante e anche la fine non è per niente banale, come ci si aspetterebbe. Hai consigliato molto bene! 😊

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    1. Che gioia leggere il tuo commento! 💛 Sono davvero felice che il libro ti abbia toccata. Grazie per averlo letto e per essere passata a scrivermi, mi fa tanto piacere

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      1. Ce ne sono parecchi che ho preso dai tuoi consigli!
        Bellissimo anche dove vola la polvere!
        Adesso ho comprato le notti della peste, sempre consigliato da te! Lo leggerò però tra un po’ mi sa, perché a sto giro ho comprato troppi libri! 😅
        Credo che il mio compagno mi butterà fuori di casa a sto giro…😅

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      2. Ahahah capisco benissimo! 😂 Anche qui i libri iniziano a prendere possesso della casa… ormai penso che se dovessimo traslocare, i volumi avrebbero diritto a un camion tutto per loro

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      3. Sogno una casa con una stanza che sia solo libreria!! 😍🤣
        Un giorno ce l’avrò! 💪🏻

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