Ci sono libri che ti portano lontano, altri che ti riportano indietro. Domani a quest’ora di Emma Straub fa entrambe le cose: un salto nel tempo, ma senza effetti speciali. Solo una domanda spiazzante: se potessi rivivere un giorno della tua adolescenza, sapendo tutto quello che sai oggi, cambieresti qualcosa?
LA STORIA
Alice Stern ha quasi quarant’anni e una vita che, sulla carta, sembra stabile. Vive a Brooklyn, ha un buon lavoro, un fidanzato che va bene (ma non benissimo) e un padre che è sempre stato il suo punto di riferimento. Peccato che ora lui sia in ospedale, malato, e il tempo con lui stia per scadere.
Poi succede qualcosa. Dopo una serata malinconica, Alice si addormenta… e si sveglia nel 1996, nel giorno del suo sedicesimo compleanno.
Suo padre è di nuovo giovane, pieno di energia. La casa è ancora quella dell’infanzia, la sua vita da adulta è lontana anni luce. Il mondo intero è cambiato: niente smartphone, niente social, niente ansie da email. Alice ha un corpo da sedicenne, ma la mente di una donna che ha già vissuto quasi quarant’anni.
Ed ecco la domanda: cosa fai quando il tempo si riavvolge? Dici le cose che non sei riuscita a dire? Provi a cambiare il futuro? O semplicemente vivi meglio il momento, sapendo che non tornerà?
L’idea del viaggio nel tempo è un classico, ma Straub lo usa in modo diverso. Questo non è un libro su come correggere gli errori del passato. È un libro su come il passato ci ha già cambiati.
Alice non cerca di stravolgere la sua vita. Non vuole diventare ricca sfruttando la sua conoscenza del futuro, né impedire grandi tragedie. Vuole solo passare più tempo con suo padre, guardarlo con occhi diversi, essere presente in un modo che da adolescente non era capace di essere.
E qui c’è il punto più forte del libro: quante volte ci rendiamo conto troppo tardi di quanto un momento fosse importante? Quante cose avremmo vissuto meglio, se avessimo saputo che stavano per finire?
LO STILE DI EMMA STRAUB: LEGGERO, MA CON PESO
La scrittura di Straub è fluida, accessibile, ma mai banale. Si legge velocemente, ma ti lascia addosso pensieri che restano. Non ci sono grandi spiegazioni su come funzioni il salto nel tempo, perché non è quello il punto. È una storia intima, nostalgica e dolceamara.
Ci sono momenti di ironia (Alice adulta nel corpo di Alice sedicenne è irresistibile), momenti di nostalgia pura e momenti di riflessione che arrivano senza avvertire.
LA MIA ESPERIENZA
Questo libro mi ha fatto pensare ai miei nonni, che mi hanno cresciuta. Quando se ne sono andati, è stato come perdere i miei genitori. La loro assenza è una nostalgia quotidiana, un vuoto che si fa sentire nei dettagli più piccoli: una canzone che passava alla radio, un odore inaspettato, un piatto cucinato come lo facevano loro.
E mentre leggevo, mi chiedevo: se potessi avere un giorno in più con loro, cosa farei? Non farei discorsi profondi, non cercherei di dire cose straordinarie. Semplicemente, starei lì. Li guarderei con occhi diversi. Farei attenzione a ogni sfumatura della loro voce. Li ascolterei meglio, perché oggi darei qualsiasi cosa per risentire certe parole che all’epoca mi sembravano normali.
Alla fine, Domani a quest’ora non è un libro che ti insegna a cambiare il passato. Ti insegna ad apprezzare meglio il presente.
VALE LA PENA LEGGERLO?
Se cerchi una storia che parli di tempo, di memoria e di quelle piccole cose che solo dopo ci sembrano enormi, sì, vale la pena.
E alla fine, inevitabilmente, ti lascerà con una domanda: se potessi tornare indietro, sapresti davvero cosa fare di diverso?





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