Dopo aver letto Rumple Buttercup (clicca qui per leggere la mia recensione) con mio figlio e averci entrambi innamorati della storia del mostriciattolo verde con un solo dente e le bucce di banana in testa, ci siamo ritrovati con quella sensazione di vuoto che si prova dopo un libro bello. Sai quando finisci qualcosa e vuoi subito un’altra storia simile? Esatto.

Ed è stato proprio durante una chiacchierata con Viviane (Stravagaria) che ho scoperto che Matthew Gray Gubler aveva scritto un altro libro. Lo stesso Gubler che tutti conosciamo come il Dottor Spencer Reid di Criminal Minds, ma che, ormai, per me è più che altro un autore di libri per bambini bizzarri e meravigliosi. Potevo resistere? Ovviamente no.

Quindi, ho preso La bambina con la grande mano verde e l’ho letto con mio figlio. Ed eccoci qui.

La trama

Lenore non è una bambina come le altre. Fin dalla nascita, ha una mano enorme e verde. Ma non “un po’ più grande del normale”. No, proprio gigante. E siccome i bambini sanno essere tanto sinceri quanto spietati, Lenore fa l’unica cosa che le sembra possibile: la nasconde.

Avvolge sempre la mano in una sciarpa di lana, regalo della zia Nancy, e ogni volta che qualcuno le chiede il motivo, ripete la solita scusa: “Ho le nocche fredde.” (Anche d’estate. Anche in spiaggia.)

Ma il problema non è solo nascondere la mano. Il vero problema è che Lenore è convinta che, se gli altri scoprissero la verità, la prenderebbero in giro. Non la vorrebbero più accanto. E così, continua a coprirsi. A far finta di niente.

Fino al giorno in cui, poco prima di iniziare una nuova scuola, la sua mano… parla.

Sì. Parla davvero.

E non con un sussurro timido, ma con una voce chiara e sicura. Una voce che ha pensieri, opinioni e che, soprattutto, non sembra intenzionata a stare zitta ancora per molto.

Da qui, Lenore si trova davanti a una scelta: continuare a nascondersi o accettare la sua diversità e smettere di temere lo sguardo degli altri.

Lo stile

Se hai letto Rumple Buttercup, sai già cosa aspettarti. Se non l’hai letto, preparati a qualcosa di diverso. Gubler non scrive libri illustrati “perfetti”. Le sue illustrazioni sembrano schizzi fatti di getto su un quaderno, i testi sono brevi, essenziali, ma pieni di cuore.

Il suo stile ha qualcosa di surreale e spontaneo, come quei pensieri che ti arrivano in testa quando meno te lo aspetti. È un libro che si legge in pochi minuti, ma che ti rimane dentro molto più a lungo.

La mia esperienza leggendo con mio figlio

L’abbiamo letto insieme, come avevamo fatto con Rumple Buttercup, e ancora una volta la magia è successa.

A un certo punto, mio figlio mi ha guardata e ha chiesto: “Secondo te, le persone si accorgono quando cerchiamo di nascondere qualcosa?”

E lì mi sono fermata un attimo. Perché la verità è che sì. Se ne accorgono. Anche quando fanno finta di no.

La storia di Lenore ci ha aperto un mondo di conversazioni su quelle piccole insicurezze che ognuno di noi cerca di coprire. E alla fine, lui ha riso e ha detto: “Se la mia mano parlasse, penso che sarebbe simpatica.”

E sai una cosa? Anche io lo penso.

Lo consiglio?

Se hai amato Rumple Buttercup, La bambina con la grande mano verde è una lettura obbligatoria. Ha lo stesso tono ironico, lo stesso affetto per chi si sente fuori posto e quel mix di leggerezza e profondità che fa chiudere il libro con un sorriso.

Grazie, Viviante, per questa chiacchierata che mi ha portata fin qui.💚

6 risposte a “La bambina con la grande mano verde”

  1. Il libro sembra interessante. E anch’io conosco quella sensazione che ti morde quando stai per finire un libro che hai amato.

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    1. Sì, quella sensazione che ti stringe lo stomaco… come un piccolo lutto silenzioso. Finisci il libro, chiudi la copertina e pensi: E adesso cosa faccio della mia vita? È proprio per questo che cerco sempre un altro rifugio subito dopo 😅

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  2. Mi piacerebbe molto sentire cosa avrebbe da raccontare la mano di tuo figlio 😂 Grazie a te per questi viaggi condivisi tra libri e film 😘

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    1. Ahahah guarda, se la mano di mio figlio iniziasse davvero a parlare, sono sicura che passerebbe il tempo a raccontare barzellette assurde e a chiedere gelati a tutte le ore 😂 Grazie a te, davvero, per essere sempre parte di questi piccoli viaggi, che poi tanto piccoli non sono, eh? Libri e film ci portano lontanissimo, anche quando restiamo sul divano

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