Quando il palcoscenico diventa rivoluzione (in alta moda) Sapevo che mi sarebbe piaciuta prima ancora di premere play.
In un momento in cui sentivo il bisogno di storie al femminile forti, ironiche, imperfette e brillanti, The Marvelous Mrs. Maisel è arrivata come una scelta apparentemente casuale… ma profondamente necessaria. Un’estetica curatissima, dialoghi velocissimi e affilati, una protagonista magnetica e fuori dagli schemi. Il tutto ambientato nella New York degli anni ’50. Un sogno.
Creata da Amy Sherman-Palladino (la mente geniale dietro Una mamma per amica), la serie debutta nel 2017, nel mezzo di una televisione dominata da toni cupi e narrazioni distopiche. Maisel entra in scena con un’esplosione di colori, ritmo teatrale e una storia che parla sì di spettacolo, ma anche di identità, di libertà, di genere, di famiglia, di classe. È una lettera d’amore alla comicità… e a chi osa prendere il microfono quando nessuno glielo concede.
La trama:
Miriam “Midge” Maisel è una perfetta casalinga ebrea dell’Upper West Side. Vita impeccabile, marito comico fallito, due figli, cene preparate al millimetro. Finché lui la lascia — e lei, ubriaca di dolore e rabbia, sale su un palco e scopre un talento straordinario per il monologo comico. Da lì, comincia una scalata accidentata e meravigliosa nel mondo maschilista del cabaret anni ’50. Tacchi alti, battute ancora più alte.
Le stagioni (senza spoiler):
- Stagione 1: La scoperta. La rottura, il palco, il talento.
- Stagione 2: L’identità e l’equilibrio. La fotografia a Parigi e nei Catskills è pura arte.
- Stagione 3: Il successo e le sue contraddizioni. Si toccano temi razziali, etici, personali.
- Stagione 4: Il prezzo della libertà. Midge sfida regole, limiti, aspettative.
- Stagione 5: La fine. Matura, poetica, nostalgica. E sì, ho pianto.
Regia e stile:
La regia di Sherman-Palladino è una coreografia continua. Carrellate, piani sequenza, transizioni fluide come numeri da musical. I dialoghi sono così densi che a volte ho dovuto tornare indietro solo per godermeli di nuovo. E la scenografia e i costumi… ogni frame è un’opera d’arte. Un tripudio di colori, pattern, rossetti rossi e sguardi decisi.
La mia esperienza:
Guardare Mrs. Maisel è stato come entrare in un teatro dove ogni scena ti parla, ti punge, ti accarezza. Ho riso, ho applaudito da sola sul divano, ho avuto voglia di imparare a scrivere meglio solo per il gusto di dire qualcosa con la sua stessa forza.
Midge mi ha ricordato che ogni palco — anche quello della vita — può essere conquistato. E che non c’è nulla di più rivoluzionario che essere brillanti senza chiedere scusa.
The Marvelous Mrs. Maisel non è solo una serie. È uno spettacolo. Di quelli che ti restano addosso, anche dopo che si chiude il sipario.





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