Non stavo cercando questo libro.
L’ho visto lì, in mezzo a mille altri titoli sullo scaffale della libreria, e qualcosa mi ha chiamata. Forse l’idea di mettere insieme “cent’anni” con due nomi che, onestamente, sembravano un po’ improbabili insieme. Forse la copertina.
La verità è che ho portato a casa I cent’anni di Lenni e Margot di Marianne Cronin come si porta a casa una promessa di compagnia.
E che compagnia.

La trama
Lenni ha 17 anni ed è ricoverata in un reparto terminale dell’ospedale. Margot ne ha 83. Due vite apparentemente opposte, separate da decenni, che però si incontrano lì, tra i corridoi bianchi che sanno di disinfettante e nostalgia. Decidono di dipingere insieme cento quadri, uno per ogni anno delle loro vite sommate.
E in quei quadri, aprono cassetti del passato, rivelano amori, paure, perdite, piccole ribellioni. Margot ha una storia piena di curve. Lenni ha domande taglienti e un senso dell’umorismo agrodolce. Insieme, creano un’amicizia più intensa di tanti amori che conosciamo.
Ma tranquilli, non è un melodramma.
È leggero, con humour, con quelle piccole ironie che ti scivolano addosso finché non ti ritrovi a sorridere col libro in mano.

Stile e scrittura
La narrazione ha un tono quasi cinematografico, semplice, delicato, ma pieno di pause che fanno male. Non ha bisogno di frasi lunghe per colpirti. A volte basta un paragrafo breve, asciutto. E tu chiudi il libro e pensi: “Ma come ha fatto?”. È leggero, ma mai superficiale. E ha un umorismo che spunta nei momenti più inaspettati, come quelle risate che scappano a un funerale, perché la vita è così: incoerente.

Punti negativi? Sì.
Non mento: alcune parti centrali rallentano un po’. Ci sono momenti in cui sembra che l’autrice abbia paura di lasciar andare i personaggi, si prolunga un po’ troppo in certi ricordi. E a volte il sentimentalismo è un filo zuccheroso di troppo, dipende da come stai nel giorno in cui leggi.
Ma sai che c’è… forse in quel momento io avevo proprio bisogno di un po’ di quello zucchero.

La mia esperienza
Leggere questo libro è stato un po’ come andare a trovare qualcuno che ami tanto in ospedale. Vai lì pensando di dover consolare, e finisci per essere consolato.
Mi ha fatto pensare a mia nonna, alla mia adolescenza, agli amici che si perdono per strada e a quelli che non dimentichi mai, anche se li hai visti solo due volte nella vita.

Se ti piacciono le storie che parlano di vera amicizia, della bellezza nei giorni normali, del coraggio di morire (e di vivere), allora leggilo. Ma leggilo col cuore aperto. E, se puoi, con una tazza di tè accanto. O vino. O cioccolata calda.
Se ami Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, L’eleganza del riccio o Il favoloso mondo di Amélie, qui c’è una grande possibilità che te ne innamori.

2 risposte a “I cent’anni di Lenni e Margot”

  1. Carino Tami

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  2. Mi stai facendo scoprire tante storie toccanti, ti ringrazio davvero molto ❤️ E, come sempre, complimenti per l’ottimo lavoro!

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