📺 Miniserie PrimeVideo| 6 episodi | 2022
Hai presente quella sensazione da seduta di terapia in cui inizi pensando “sto bene” e finisci chiedendoti se sei tu il problema? Ecco. Guardando La Terapia mi è successo esattamente questo. Un thriller psicologico che ti avvolge piano piano, senza fare rumore… e poi ti lascia con un nodo alla gola e mille teorie strane.
Cosa mi ha colpita subito?
Il silenzio. Quel tipo di silenzio che non è vuoto, è pieno di cose non dette.
Il modo in cui la regia ascolta i personaggi più che mostrarli.
E quella nebbia sottile, come se la verità fosse lì davanti, ma sempre un passo più in là.
E poi, ovviamente, la sparizione di una figlia.
Perché niente tocca come il dolore di una madre (o di chi lo guarda da vicino).
La trama
Il protagonista è Viktor Larenz, uno psichiatra che si rifugia su un’isola dopo la misteriosa sparizione di sua figlia, Josy.
Due anni dopo, arriva Anna, una donna tormentata da visioni che parlano di una bambina scomparsa.
Le somiglianze col caso di Josy sono troppe. E quella che doveva essere una semplice seduta terapeutica si trasforma in un viaggio contorto dentro la memoria, la colpa e i segreti che facciamo di tutto per dimenticare.
Stile e Regia
La serie ha un ritmo lento, denso, quasi ipnotico.
La regia di Isabel Kleefeld e Thor Freudenthal crea un mondo dove realtà e immaginazione si fondono con naturalezza, senza mai spiegare troppo.
La fotografia è fredda, quasi clinica, ma allo stesso tempo poetica. Ogni inquadratura sembra suggerire qualcosa che ancora non sappiamo.
È un thriller, sì. Ma anche un’indagine emotiva.
Cosa mi è piaciuto
- Suspense psicologico ben dosato – non troppo, non troppo poco
- Attori bravissimi, ma soprattutto credibili. Non sembrano mai “in posa”
- L’isola. Il paesaggio che parla, che osserva, che nasconde
- Un racconto che non ti prende per mano, ma ti lascia cercare le risposte da sola
Cosa non mi ha convinta del tutto
- Il ritmo. A volte troppo lento anche per una che ama i silenzi
- Anna poteva avere più profondità. È interessante, ma la sua voce a tratti sembra filtrata dallo sguardo maschile
Cosa ho provato guardandola?
Mi ha fatta sentire inquieta, mi ha fatto dubitare delle versioni “ufficiali”, delle memorie, persino di certe certezze che pensavo mie.
E quando una storia riesce a far questo… be’, per me ha già vinto.
Se amate i thriller psicologici che sembrano sogni da cui non ci si sveglia subito… La Terapia è perfetta.





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