Libri per Oggi

Dopo le cavalcate eleganti con Folgore da San Gimignano, eccomi in un’altra Toscana: niente tornei cavallereschi, ma una taverna affollata, con vino versato e voci che si accavallano. Qui incontro Cecco Angiolieri, poeta senese che non ha mai avuto paura di disturbare il coro degli stilnovisti.

Il contesto
Alla fine del Duecento, la poesia italiana stava diventando un club esclusivo: Dante e compagni elevavano la donna a “angelo”, simbolo di perfezione e purezza. Cecco, invece, rifiuta questa visione idealizzata e mette al centro i conflitti quotidiani: la moglie che non lo sopporta, i soldi che non bastano, la voglia di fuggire nei piaceri più terreni. È un gesto letterario radicale: dire che la vita non è un ideale, ma un groviglio di contraddizioni.

Il libro
Questa edizione raccoglie tutti i 129 sonetti, compresi i testi di dubbia attribuzione e i tre indirizzati a Dante. Non è un canzoniere “elevato”: è un catalogo di disgrazie ironiche e di risate amare. Un autoritratto volutamente esagerato, che ci restituisce la voce di un uomo che non si conforma alle regole del suo tempo.

La sua arma è il contrasto. Dove lo stilnovo esalta l’amore puro, Cecco ribalta il tavolo: la donna diventa tiranna, la Beccina preferisce il marito ricco, e l’amore è più una fregatura che un’estasi. Non c’è lirismo, c’è sarcasmo. Non c’è elevazione, ma un ridere amaro che spesso somiglia a una sbronza.

Il movimento letterario
Con Cecco, il comico-realista mostra il suo lato più estremo. Niente celebrazione, niente armonia: lui porta in scena il brutto, il fastidioso, il quotidiano che nessuno voleva cantare. Invece di costruire sogni cavallereschi, lui li smonta con una pernacchia.

Curiosità storiche

• Della sua vita sappiamo pochissimo: qualche multa per guai militari, una morte in miseria, un’eredità rifiutata dai figli perché piena di debiti.
• Nei sonetti non risparmia nessuno, neanche Dante.
• “La donna, la taverna e il dado”: così riassume il suo universo. Praticamente il trip advisor personale di Cecco.

Perché leggerlo oggi
Perché leggerlo è come fare serata con quell’amico che si lamenta di tutto, ma con un’ironia che ti fa ridere fino alle lacrime. Non è poesia che consola, ma poesia che punge, che racconta la vita come viene, con sarcasmo e sregolatezza. E forse è proprio per questo che Cecco Angiolieri resta attuale: ci ricorda che la letteratura non è solo ideali e perfezione, ma anche caos, rabbia e risate sguaiate.