Dopo aver attraversato le visioni infernali di Bonvesin de la Riva e i cori popolari delle laude, arrivo ad Assisi, dove la poesia prende una piega completamente diversa. Qui non trovo satira o ammonimenti, ma un canto di gratitudine: il Cantico di Frate Sole, attribuito a Francesco d’Assisi, il testo poetico più antico in volgare italiano. Non è una ballata da piazza né un trattato morale: è un inno alla vita.

Il contesto
Francesco (1182-1226) non era nato santo: figlio di mercante, giovane cavaliere, con una certa istruzione e tanta ambizione. Dopo una malattia e un processo di conversione radicale, rinunciò a ricchezze e privilegi e scelse la povertà come via di libertà. Con lui nacque un nuovo modo di guardare al mondo: non più solo come luogo di peccato da temere, ma come creazione da amare.

Il libro
Il Cantico di Frate Sole, o Cantico delle creature, è scritto in volgare umbro e non in latino: un gesto rivoluzionario, perché voleva parlare a tutti. È una prosa ritmica che si legge come poesia. Nei suoi versi, Francesco loda il sole, la luna, le stelle, l’acqua, il fuoco, la terra, perfino la morte. Tutto diventa sorella o fratello: un universo familiare, che ci avvolge e ci sostiene.

Stile e temi
La forza del testo sta nella sua semplicità radicale. Parole comuni, concatenate come in una filastrocca, capaci di aprire immagini immediate e universali. È una poesia che celebra la natura come via di salvezza, una spiritualità concreta, che non separa il divino dal quotidiano. Qui la fede non passa per minacce o paure, ma per riconoscenza e meraviglia.

Il movimento letterario
Il Cantico apre la strada alle laude: canti religiosi corali, spesso usati dai movimenti confraternali del Duecento. Ma mentre molte laude nascevano per accompagnare rituali di penitenza collettiva, il testo di Francesco rimane unico per il suo tono positivo, quasi rivoluzionario: un’arte che innalza il reale, invece di condannarlo.

Curiosità storiche

  • È considerato il primo componimento poetico in volgare italiano arrivato fino a noi.
  • Francesco probabilmente lo compose in un momento di grande sofferenza fisica, quasi cieco, trasformando il dolore in canto.
  • È stato definito un “proto-ecologista”, perché restituisce dignità e valore spirituale a ogni elemento naturale.

Perché leggerlo oggi
Perché il Cantico di Frate Sole non è solo un testo medievale: è un invito ancora attuale a cambiare lo sguardo sul mondo. Dove altri vedevano punizione o peccato, Francesco vedeva legame e cura. In un tempo segnato da crisi ecologica e sociale, questo canto ci ricorda che non siamo dominatori della natura, ma parte di una stessa comunità di esseri viventi. Leggerlo oggi significa lasciarsi guidare da una voce che, otto secoli fa, già parlava di fraternità universale.

2 risposte a “Cantico di Frate Sole”

  1. Un poeta e un innovatore un bell’approfondimento!

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    1. Grazie mille! Mi ha colpito proprio quanto fosse innovativo, quasi rivoluzionario, pur nella sua semplicità. Francesco sembrava scrivere con la stessa naturalezza con cui respirava, eppure stava aprendo una strada nuova. È bello pensare che un testo così antico riesca ancora a sembrare fresco e necessario oggi

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