Al venticinquesimo giorno del calendario ci troviamo intrappolati non in un castello gotico o in un faro isolato, ma in un banalissimo supermercato. The Mist (2007), diretto da Frank Darabont e tratto da un racconto di Stephen King, è un survival horror in cui l’orrore più grande non sono i mostri all’esterno, ma le persone all’interno.

Che cos’è il survival horror?

È l’orrore che nasce dalla sopravvivenza pura. Non si tratta solo di fuggire dal mostro, ma di resistere alla fame, alla paura, alla paranoia, alle dinamiche di gruppo. L’ambiente diventa ostile, le risorse scarseggiano, e ogni decisione può essere l’ultima.

Elementi chiave

  • Spazio chiuso → un supermercato diventa prigione e rifugio allo stesso tempo.
  • Minaccia esterna → una nebbia che nasconde creature mostruose e inimmaginabili.
  • Conflitti interni → paura e disperazione trasformano i sopravvissuti in nemici.
  • Scelte impossibili → ogni decisione è un compromesso tra vita e morte, umanità e follia.
  • Finale devastante → uno dei più discussi e scioccanti della storia dell’horror recente.

Differenza dagli altri sottogeneri

  • Cosmico (giorno 9, Il richiamo di Cthulhu) → creature incomprensibili dall’abisso. The Mist: stesso senso di insignificanza, ma visto dal basso, nel quotidiano.
  • Zombie (giorno 11, The Walking Dead) → masse di morti viventi. Qui le creature sono diverse, ma la dinamica di gruppo è la stessa.
  • Psicologico (giorni 4 e 30) → l’angoscia mentale domina, ma in The Mist è amplificata da una minaccia tangibile fuori.

La trama

Dopo una violenta tempesta, una cittadina del Maine viene avvolta da una fitta nebbia. Chiunque osi uscire scopre che all’interno della nebbia si nascondono creature mostruose. Un gruppo di persone si rifugia in un supermercato, cercando di organizzarsi. Ma la paura divide il gruppo: da una parte chi cerca soluzioni razionali, dall’altra chi cade nel fanatismo religioso. La tensione cresce fino a un finale crudele e indimenticabile.

Lettura critica

The Mist è un perfetto esempio di come Stephen King sappia trasformare il quotidiano in incubo. Darabont porta sullo schermo un racconto che non parla solo di mostri, ma della fragilità dell’umanità sotto pressione. La vera minaccia non è la nebbia, ma ciò che succede quando la paura prende il sopravvento. È un horror che lascia senza fiato e con un senso di disperazione che rimane anche dopo i titoli di coda.

Perché guardarlo a Halloween

Perché Halloween è anche riflettere sulle nostre paure collettive: cosa faremmo noi chiusi in un supermercato, circondati dall’ignoto? The Mist è il film giusto per chi vuole un horror che scuote, che non consola e che mette in discussione la nostra idea di speranza.

Curiosità

  • Il film è tratto da un racconto lungo pubblicato da Stephen King nella raccolta Scheletri (1985).
  • Frank Darabont è lo stesso regista di Le ali della libertà e Il miglio verde, altre due celebri trasposizioni di King.
  • King ha dichiarato di aver amato il finale del film (molto più cupo di quello del racconto).
  • La fotografia è volutamente cupa e quasi televisiva, scelta da Darabont per aumentare il senso di realismo.

2 risposte a “The Mist – survival horror”

  1. Mi ricorda, con le dovute differenze, un racconto della serie del professor Challenger.

    Piace a 1 persona

    1. che bello che tu l’abbia collegato a Challenger! in effetti c’è quella stessa curiosità “scientifica” davanti all’ignoto, ma qui scivola subito nel panico e nella disperazione

      "Mi piace"

Scrivi una risposta a buio dentro – diario di un abusato Cancella risposta

In voga