Al ventinovesimo giorno del calendario non guardiamo solo un film horror: guardiamo un film che parla dei film horror. The Cabin in the Woods (2012), diretto da Drew Goddard e scritto insieme a Joss Whedon, è una satira intelligente che smonta e ricompone tutti i cliché del genere, trasformandoli in un gioco crudele e affascinante.
Che cos’è l’horror metanarrativo?
È un horror che sa di essere horror. Un genere che gioca con le regole, le cita, le ribalta, le commenta. L’orrore non nasce solo dalla trama, ma dalla consapevolezza che stiamo assistendo a un meccanismo, a un rituale di immagini e archetipi che si ripetono da decenni.
Elementi chiave
- Cliché consapevoli → la casa isolata, i ragazzi stereotipati (la vergine, l’atleta, la “cattiva ragazza”), il bosco pieno di minacce.
- Regia nascosta → dietro l’orrore c’è un’organizzazione che tira i fili, come se fosse un set cinematografico.
- Catalogo di mostri → zombie, fantasmi, demoni, creature mitiche: l’intero bestiario horror a disposizione.
- Satira e ironia → si ride, ma con un brivido: l’assurdo e il terrificante camminano insieme.
- Rottura delle regole → il finale distrugge letteralmente la “struttura” del genere.
Differenza dagli altri sottogeneri
- Slasher (giorno 2, Halloween) → il modello base è lo slasher. Qui il cliché viene smontato pezzo per pezzo.
- Horror adolescenziale (giorno 12, Nightmare on Elm Street) → stessi archetipi, ma messi allo specchio.
- Surreale (giorno 15, The Lighthouse) → entrambi destabilizzano lo spettatore, ma Cabin lo fa con ironia e consapevolezza di genere.
La trama
Cinque amici partono per un weekend in una baita sperduta nei boschi. Ma quella che sembra l’ennesima storia di slasher adolescenziale è in realtà orchestrata da un’organizzazione segreta che manipola gli eventi per compiere un rituale. Le scelte dei protagonisti, le minacce che affrontano, persino la loro sopravvivenza sono guidate da regole invisibili — regole che nascondono una verità ancora più spaventosa.
Lettura critica
The Cabin in the Woods è un film che diverte e spaventa allo stesso tempo perché ci ricorda quanto i nostri incubi cinematografici siano costruiti. È una lettera d’amore al genere horror, ma anche una critica: perché abbiamo bisogno che certi rituali narrativi si ripetano? Perché ci rassicurano, anche quando ci terrorizzano. Il film diventa così un enorme specchio: non solo delle regole del cinema horror, ma anche dei nostri desideri come spettatori.
Perché guardarlo a Halloween
Perché Halloween non è solo raccontare storie di paura, ma anche riflettere sul perché amiamo raccontarle. The Cabin in the Woods è perfetto per chi vuole divertirsi, spaventarsi e, allo stesso tempo, guardare dietro le quinte del genere.
Curiosità
- Il film è stato girato nel 2009 ma distribuito solo nel 2012, per problemi di distribuzione.
- Chris Hemsworth ha recitato nel film poco prima di diventare famoso come Thor.
- Drew Goddard ha dichiarato che l’idea era “fare il film che chiudesse la porta a tutti gli horror di baita nei boschi”.
- La “sala dei mostri” è un omaggio a decenni di cinema dell’orrore, con centinaia di creature e citazioni.





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