Al trentunesimo giorno del calendario non potevamo che concludere con un film che incarna l’essenza di Halloween: storie raccontate al buio, amici riuniti per spaventarsi a vicenda, mostri che sembrano usciti da un libro maledetto. Scary Stories to Tell in the Dark (2019), diretto da André Øvredal e prodotto da Guillermo del Toro, porta sullo schermo le atmosfere disturbanti della celebre raccolta di racconti macabri per ragazzi scritta da Alvin Schwartz.
La trama
Nella notte di Halloween del 1968, un gruppo di ragazzi entra in una casa abbandonata appartenuta alla famiglia Bellows. Qui trovano un vecchio libro di racconti spaventosi, scritti dalla misteriosa Sarah Bellows. Ma le storie non sono solo parole: iniziano a scriversi da sole e a diventare realtà, colpendo uno dopo l’altro i giovani protagonisti. Per sopravvivere, dovranno scoprire la verità dietro Sarah e la sua maledizione.
Lettura critica
Il film riesce a bilanciare il fascino delle fiabe macabre con un’estetica moderna. Non punta al gore estremo, ma alla costruzione di creature e situazioni che restano impresse nella mente. È un horror che lavora per immagini iconiche e per il senso di ineluttabilità: se la tua storia viene scritta, non puoi sfuggirle. Guillermo del Toro garantisce il gusto visivo, Øvredal la tensione narrativa.
Perché guardarlo a Halloween
Perché è un film che sembra fatto per questa notte: racconti, adolescenti in pericolo, creature spaventose e l’atmosfera autunnale che trasuda da ogni scena. È il titolo perfetto per chiudere il calendario: non troppo pesante, ma capace di regalare brividi autentici.
Curiosità
- Il film si ispira alla trilogia di racconti Scary Stories to Tell in the Dark (1981–1991), illustrata da Stephen Gammell.
- Le creature sono state realizzate principalmente con effetti pratici, per mantenere un aspetto tangibile e disturbante.
- È in sviluppo un sequel, confermato nel 2020, sempre diretto da André Øvredal.
- Negli Stati Uniti, i libri originali sono stati spesso censurati nelle biblioteche scolastiche per le immagini ritenute “troppo spaventose”.





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