E alla fine eccoci qui, nel famoso “giardino avvelenato” dove, più che le rose, a pungere sono i sentimenti. Se avete letto le mie recensioni di Miss Bee e il Cadavere in Biblioteca, Miss Bee e il Principe d’Inverno e Miss Bee e Il Fantasma dell’Ambasciata, sapete già che con Miss Bee ho sviluppato quel tipo di rapporto tossico-sano in cui dici “leggo solo un capitolo” e all’improvviso è mezzanotte e ti ritrovi emotivamente coinvolta con un ispettore britannico. Di nuovo.

Questo quarto volume, Miss Bee e il Giardino Avvelenato di Alessia Gazzola, chiude (almeno per ora) l’arco narrativo di Beatrice Bernabò nella Londra degli anni ’20, e lo fa con un tono più maturo, più ombroso e decisamente più emotivo.

La trama

Londra, estate del 1925. L’aria è calda, il cielo è grigio (perché è pur sempre Londra) e Beatrice Bernabò, la nostra Miss Bee, non è più esattamente la ragazza che abbiamo conosciuto nella biblioteca di Mrs. Ashbury. Un evento recente, che non vi spoilero ma che arriva dritto dalla fine del terzo volume, ha cambiato il suo status, le sue prospettive e, soprattutto, il modo in cui lei stessa si percepisce. Una nuova vita le si spalanca davanti, almeno in teoria.

Solo che, come abbiamo imparato in tre libri, quando Miss Bee prova sinceramente a stare lontana dai guai… sono i guai che prenotano un posto accanto a lei sul treno.
Questa volta la tentazione si presenta sotto forma di un invito inatteso nel Norfolk: una splendida dimora di campagna, proprietà di un vecchio amico dell’ispettore Archer Blackburn, circondata da un giardino quasi fiabesco. Quasi. Perché nei giardini da favola, qui, c’è sempre qualcosa di avvelenato…segreti, ricordi, rancori sotterrati sotto le aiuole perfette.

Quello che dovrebbe essere un soggiorno tranquillo,passeggiate tra le siepi, tè in veranda, conversazioni educate diventa presto un enigma cupo, che coinvolge una vecchia conoscenza di Beatrice e si addensa in un mistero dai contorni più foschi del solito. Non solo per ciò che riguarda il crimine in sé, ma per le risonanze emotive che porta con sé come il passato che non è davvero passato, le scelte che ritornano a bussare alla porta e un presente sentimentale che per Miss Bee è tutto tranne che limpido.

Perché questo libro conquista?

Se nei primi volumi il fascino stava soprattutto nel mix tra giallo leggero, atmosfera rétro e dinamiche romantiche, qui ho avuto l’impressione che Gazzola alzasse leggermente il volume su tutto ciò che è interiore. Il mistero c’è, e funziona,ma è ancora più intrecciato al percorso personale di Beatrice. Non siamo di fronte a un thriller ad alta tensione, il ritmo resta elegante, misurato ma c’è una densità emotiva nuova, come se all’acqua di rose qualcuno avesse aggiunto due gocce di assenzio.

L’ambientazione nel Norfolk, con la grande casa di campagna circondata dal giardino, richiama ovviamente certi classici alla Agatha Christie ma con il tocco ironico e affettuoso tipico di Gazzola, salotti pieni di convenevoli, corridoi in cui le conversazioni cambiano tono appena qualcuno gira l’angolo, serate in cui si brinda alla stabilità mentre sotto la superficie tutto traballa.

Gli archetipi ci sono ancora – il visconte complicato, l’ispettore tormentato, la giovane donna intelligente che cerca il proprio posto nel mondo – ma qui vengono portati a compimento.

E sì, anche qui la copertina fa la sua parte, ancora una volta perfettamente in linea con il tono del romanzo, elegante ma con quel tocco di luce che ti fa venire voglia di metterla in mostra, non solo di leggerla.

La mia esperienza di lettura

Rispetto ai primi tre, Il Giardino Avvelenato mi è sembrato il volume più “adulto” della serie. Se Il Cadavere in Biblioteca era l’ingresso in scena, brillante e leggero, Il Principe d’Inverno il romanzo dell’atmosfera sospesa e delle dinamiche di casa di campagna, e Il Fantasma dell’Ambasciata quello dei fantasmi (reali o metaforici) che bussano dal passato, qui siamo proprio nella fase in cui la protagonista deve scegliere cosa fare con tutto ciò che ha vissuto.

Ho letto il libro con quella strana sensazione di chi è contento di ritrovare un mondo amato ma sente che qualcosa sta cambiando in maniera definitiva. Come quando finisce l’ultima stagione di una serie che hai seguito per anni, sai che non puoi rimanere bloccata per sempre ma non sei del tutto pronta a fare i bagagli.

Miss Bee continua a essere deliziosamente umana, curiosa, intelligente, spiritosa ma anche piena di dubbi e contraddizioni. Non è un’eroina che ha tutte le risposte, è una giovane donna che prova a tenere insieme il desiderio di libertà, le responsabilità e un cuore che, diciamolo, non è mai lineare come vorremmo.

Il giallo, come sempre, non punta sul colpo di scena spettacolare ma sulla costruzione graduale, piccoli indizi, sguardi, oggetti fuori posto, un giardino che sembra innocente ma non lo è. La soddisfazione non sta solo nello scoprire “chi” e “perché” ma nel vedere come tutto si intreccia con il percorso di Beatrice, quanto ogni scelta investigativa sia anche, in qualche modo, una scelta di vita.

Vale la pena leggerlo?

Se avete amato i primi tre, direi che questo è praticamente obbligatorio perchè chiude (e completa) l’arco emotivo che Gazzola ha costruito attorno a Miss Bee, portando a una sorta di resa dei conti, tanto sentimentale quanto esistenziale. Non è un romanzo da leggere in cerca di adrenalina ma per il piacere di ritrovare un mondo ben costruito, dialoghi brillanti, dinamiche affettive sfaccettate e quell’ironia sottile che rende la lettura leggera senza essere superficiale.

E adesso la domanda inevitabile: è davvero la fine della serie?
Ufficialmente questo è il quarto volume e chiude molte linee narrative, soprattutto quelle legate alla vita affettiva di Beatrice. Se in futuro ci sarà altro, lo scopriremo vivendo. Nel frattempo, io sono abbastanza certa di una cosa: qualunque porta si apra per Miss Bee dopo questo giardino, io sarò lì ad attraversarla con lei.

5 risposte a “Miss Bee e Il Giardino Avvelenato”

  1. Aiutooo devo ancora leggerlo! Ma quindi è certo che sia il capitolo conclusivo?

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    1. Ahahah tranquilla, leggilo con calma! Comunque sì al momento Il Giardino Avvelenato è considerato l’ultimo capitolo della serie. È il quarto volume e chiude molto bene praticamente tutti gli archi narrativi aperti soprattutto quelli emotivi di Miss Bee, però lascia anche quello spazio morbido che permette sempre un eventuale ritorno se un giorno la Gazzola avrà voglia di riprendere la serie. Per ora è il finale ufficiale, ma non è una porta sbattuta, e noi saremmo solo felici di ritrovarla, se mai decidesse di tornare

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      1. Mi sembra un’ottima chiusura. Ps. Alla fine ho letto tutto lo stesso 😂😂

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      2. Sono curiosissima di sapere cosa ne penserai quando lo leggerai

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  2. Ps. Tornerò a leggere tutto per bene quando l’avrò letto… immagino che non ci siano spoiler ma preferisco non avere aspettative su quel che accadrà tra missBee e l’ispettore…

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