Disponibile su Netflix

È appena uscita la terza stagione di Envidiosa, e confesso che ho cliccato “play” con la stessa esitazione di quando riapri un diario di cui non sei certa di voler rileggere le pagine. Se vuoi seguire la storia da dove l’avevo lasciata, lascio qui il post precedente. Questa terza stagione di Envidiosa arriva senza promettere redenzioni facili, senza fingere che crescere significhi sempre diventare migliori. A volte significa solo… vedere meglio le crepe.

La trama e i temi
La stagione si apre in quel territorio strano in cui tutto sembra “al posto giusto”: Vicky Mori con il diploma appena conquistato, una relazione che finalmente sembra stabile, e quella sensazione vaga che forse, questa volta, la vita stia entrando nei binari giusti.
Ma, e con Vicky c’è sempre un “ma”, questa apparente stabilità non zittisce le piccole crepe che continuano a vibrare sotto la superficie. E nuovi desideri, nuove domande, iniziano a bussare senza alcuna gentilezza.

La stagione si muove attorno a tre grandi tensioni interiori:

  • Gelosia e insicurezza emotiva: non tanto per eventi clamorosi, quanto per quei dettagli che ti fanno dubitare anche quando vorresti fidarti, quei momenti minuscoli in cui l’immaginazione corre più veloce della realtà.
  • Maternità come domanda aperta: non una trama definita, ma un’ombra che cambia forma a seconda della luce, una possibilità che attira e spaventa allo stesso tempo.
  • Ambizione professionale e confronto: il classico punto in cui ciò che volevi non arriva nei tempi che sognavi, mentre intorno a te gli altri sembrano più avanti, più pronti, più certi.

E poi, quando sembra che Vicky abbia trovato un equilibrio qualcosa la obbliga a guardare ancora più a fondo, a fare i conti con ciò che non può più rimandare. Non è una “bomba” narrativa nel senso televisivo del termine, ma un cambiamento che scardina la sua idea di futuro e la costringe a rinegoziare tutto: desideri, relazioni, e soprattutto sé stessa.

Stile e regia
La regia mantiene quel passo quieto, quasi come chi cammina senza fare rumore per non svegliare nessuno. Silenzi, primi piani un po’ spietati, Buenos Aires che cresce come una pianta selvaggia, invadente e bellissima. La città sembra più viva, più affannata, come se anche lei stesse facendo i conti con le proprie trasformazioni. Le scene domestiche, quelle dei bar, delle mattine storte e dei corridoi degli uffici, hanno la stessa delicatezza di un diario trovato per caso: intimo, imperfetto, sincero.

Pregi e difetti
Questa terza stagione è meno “urlata”, più matura. Si prende il suo tempo, rischiando di perdere chi vorrebbe risposte veloci. A volte sembra non succeda niente, ma intanto succede tutto. Gli attori sono straordinari in quella loro normalità storta: nessuno brilla, eppure tutti fanno luce. Chi cerca colpi di scena rimarrà deluso, ma chi è disposto a restare nella zona grigia troverà un sottile cambiamento in ogni gesto, in ogni pausa.

Un difetto? Forse che non concede tregua. La serie ti guarda dritto negli occhi anche quando non vuoi essere vista. Ma forse è questo il pregio più grande.

La mia esperienza nel guardarla
Vicky continua a sbagliare, a esagerare, a giudicare troppo e capire troppo poco. Ma lo fa con una fragilità più dolce, come se avesse finalmente accettato che non c’è una versione perfetta di lei da raggiungere. E mentre la vedevo inciampare, cercare, tirarsi indietro, ho avuto quella sensazione che solo alcune storie sanno dare: non mi faceva sentire migliore, ma più vera. Come se ci fosse spazio anche per le parti di me che continuo a rimandare a “domani”.

Envidiosa non offre soluzioni, e ringrazio il cielo per questo. Offre compagnia. Offre uno specchio che non illumina tutto, ma abbastanza da farci capire che crescere non è superare la vergogna, è imparare a sedersi accanto a lei, senza scacciarla.

È una stagione che non ti cambia la vita, ma cambia il modo in cui la guardi per qualche ora.

2 risposte a “Envidiosa – Terza stagione”

  1. Non so, non mi convince del tutto. Direi che finisce in coda a tutti gli altri suggerimenti 😉

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    1. Ahaha ma sì, ci sono serie molto migliori da mettere davanti in fila, questa può tranquillamente aspettare!

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