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Dopo i silenzi invernali di The Holdovers, avevo bisogno di un po’ di magia.
Ma non quella luccicante delle pubblicità, quella che nasce dal dolore e lo trasforma in grazia. Un magico Natale è proprio così, una fiaba di seconde possibilità raccontata con lo sguardo disincantato degli adulti.

Perché questo film

L’ho scelto perché è una delle rare storie natalizie che non nega la fatica di credere. Parla di perdita, di sfiducia, di quella sensazione di “non ce la faccio più” che a volte ci accompagna proprio durante le feste.
Eppure, nel suo modo semplice e gentile, il film suggerisce che la speranza può rinascere anche quando non ci credi più.

Trama

Ginny (Mary Steenburgen) è una madre stanca, lavora in un supermercato, il marito è disoccupato, il Natale si avvicina ma lei non riesce più a sentire la magia. Una sera incontra Gideon, un angelo con il volto di Harry Dean Stanton, silenzioso, ironico, quasi terrestre. Attraverso un piccolo miracolo e un grande dolore, Ginny dovrà rivivere il suo Natale, scoprendo che la fede non è una promessa, ma una scelta quotidiana.

Regia e stile

Phillip Borsos costruisce un film di rara delicatezza visiva.
La fotografia invernale, quasi argentata, trasforma una cittadina canadese in un luogo sospeso tra sogno e realismo.
Il ritmo è lento, quasi contemplativo: ogni gesto, ogni sguardo pesa.
Non c’è fretta di commuovere, la commozione arriva da sola quando capisci che la magia non è nei miracoli, ma nella possibilità di ricominciare.

Dal punto di vista cinematografico, Un magico Natale appartiene a quella linea di cinema natalizio “morale” degli anni ’80, vicino a It’s a Wonderful Life ma con uno sguardo più terreno. È una fiaba che parla di economia, perdita e fede, ma lo fa con dolcezza, senza prediche.

Temi e riflessioni

Il film intreccia spiritualità e quotidianità: l’angelo Gideon non arriva a risolvere, ma a ricordare. Ricordare a Ginny, e a noi, che la bontà non è un sentimento spontaneo, ma un lavoro di ogni giorno.
Il Natale diventa così il tempo dell’empatia, quello in cui il dolore si condivide e smette di essere peso. C’è anche un messaggio sociale sottile, il film mostra una famiglia comune, schiacciata dal lavoro e dall’incertezza, ma capace di riscoprire la solidarietà come forma di salvezza collettiva.
È il miracolo più realistico che ci sia.

Punti positivi

  • Mary Steenburgen è perfetta: vulnerabile ma forte, credibile in ogni esitazione.
  • La presenza di Harry Dean Stanton dà al film una spiritualità ruvida, lontana dagli angeli patinati.
  • Fotografia e colonna sonora creano un’atmosfera sospesa, malinconica ma piena di luce.
  • Una storia semplice, ma scritta con pudore e sincerità.

Punti negativi

  • Alcuni momenti possono sembrare lenti, soprattutto per chi cerca ritmo e azione.
  • Il tono malinconico prevale sulla leggerezza: non è un film “da compagnia”, ma da ascolto interiore. Ma è proprio questo che lo rende speciale.

Perché guardarlo a Natale

Perché ci insegna che la magia non è evasione, ma memoria.
Non accade “a noi”, accade in noi, ogni volta che scegliamo la gentilezza invece del cinismo, la fede invece della paura.
È un film piccolo, ma pieno di luce nascosta.
Proprio come il Natale quando smettiamo di aspettare che ci sorprenda, e iniziamo a crederci di nuovo.

3 risposte a “Un magico Natale (Phillip Borsos, 1985)”

  1. Lo vedevo con i bambini quando erano piccoli

    Piace a 1 persona

    1. Che bello! È proprio uno di quei film che crescono con noi, prima diventano ricordi dei figli, poi ricordi di noi che li ricordiamo

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