Dopo rose nella neve e miracoli silenziosi, avevo bisogno di un po’ di caos.
Di elfi in tilt, di missioni impossibili, di un Natale che corre troppo veloce e rischia di dimenticare perché esiste. Arthur Christmas è esattamente questo: una commedia animata che trasforma la logistica del Natale in un racconto sul cuore umano.
Perché questo film
L’ho scelto perché riesce a parlare del Natale contemporaneo senza cinismo.
È ironico, intelligente e sorprendentemente commovente: dietro le renne digitali e le slitte hi-tech, c’è una storia di famiglia, di successione e di cura.
Arthur non è un eroe perfetto, è goffo, emotivo e irrimediabilmente umano.
Ed è proprio per questo che salva il Natale, non con l’efficienza ma con la tenerezza.
Trama
Ogni vigilia, l’operazione “consegna regali” si svolge come una missione militare: elfi, droni, GPS, tutto coordinato dal Polo Nord. Ma quest’anno qualcosa va storto, un regalo non viene consegnato.
Per Steve, il figlio maggiore di Babbo Natale, non è un problema “una percentuale di errore minima”. Per Arthur, invece, è una tragedia.
Così, con l’aiuto del nonno ex-Babbo Natale e di un’elfa ribelle, parte per un viaggio assurdo attraverso il mondo per portare quel regalo dimenticato. Una corsa contro il tempo e contro l’indifferenza.
Regia e stile
Diretto da Sarah Smith e prodotto dalla Aardman (gli stessi di Wallace & Gromit), Arthur Christmas è un gioiello d’animazione britannica. Ha il ritmo di un film d’azione e la grazia di una fiaba familiare.
Visivamente, è una meraviglia: il Polo Nord è un mix di tecnologia e magia, con colori freddi che si scaldano man mano che Arthur si avvicina alla sua missione. La regia dosa perfettamente l’ironia e l’emozione, alternando gag irresistibili a momenti di vera dolcezza.
Temi e riflessioni
Sotto la superficie della commedia natalizia, Arthur Christmas parla di trasmissione e identità. Chi è davvero Babbo Natale? Il titolo, o chi crede ancora nella missione?
Il film riflette sulla successione tra generazioni, sulla difficoltà di passare il testimone e sul rischio di perdere il senso originario delle cose quando tutto diventa efficienza.
Arthur rappresenta la fede ingenua ma necessaria: quella che si rifiuta di accettare che “quasi tutti” sia abbastanza. E qui sta la lezione più grande: la perfezione tecnologica non può sostituire la compassione umana. Il Natale, in fondo, è un errore che scegli di riparare.
Punti positivi
- Sceneggiatura brillante, piena di ritmo e dialoghi intelligenti.
- Animazione impeccabile, con dettagli che rendono ogni scena viva.
- Arthur come protagonista è un antidoto al cinismo: credibile, buffo e tenero.
- Messaggio universale ma raccontato con umorismo e delicatezza.
Punti negativi
- Alcune parti sono volutamente caotiche, e chi cerca quiete rischia di sentirsi sopraffatto.
- La componente tecnologica, oggi, è già un po’ datata — ma resta affascinante per il modo in cui ironizza sulla modernità.
Perché guardarlo a Natale
Perché ci ricorda che la vera magia non è nella velocità, ma nella dedizione.
Che anche nel caos del mondo moderno, un gesto piccolo può ancora cambiare qualcosa. E che credere non è infantilismo, è una forma di coraggio.
Arthur Christmas è il film che avrei voluto vedere da bambina, ma che capisco solo da adulta. Una lettera d’amore al Natale come promessa mantenuta, anche quando nessuno ci crede più.





Lascia un commento