Vita e avventure di Babbo Natale di L. Frank Baum chiude il nostro percorso. è il sigillo finale di questo calendario, la risposta luminosa dopo ventitré giorni di critica, ironia e tenerezza.
Perché questo libro
L’ho scelto come conclusione del ciclo natalizio perché restituisce al mito di Babbo Natale il suo significato più profondo. Non quello del consumo o della magia automatica, ma quello del gesto umano che crea felicità.
Baum, lo stesso autore de Il mago di Oz, scrive nel 1902, in un’epoca che stava imparando a produrre tutto in serie, e decide invece di raccontare la storia di un uomo che non produce oggetti, ma attenzione, cura, presenza. Dopo aver attraversato il Natale come specchio della società, come coscienza morale e come spazio di redenzione collettiva, questo libro riporta tutto alla radice, a una domanda semplice e decisiva, perché continuiamo a credere nel Natale.
Trama
In una foresta incantata, la ninfa Necile trova un neonato abbandonato e lo cresce tra le creature immortali della foresta di Burzee. Quel bambino, chiamato Claus, è l’unico essere umano in un mondo privo di dolore, bisogno e invecchiamento.
Quando cresce e scopre l’esistenza degli uomini, la loro fatica quotidiana, la povertà, la fame e i bambini privi di giochi, Claus decide di lasciare la foresta. Sceglie di dedicare la propria vita a portare loro felicità, intagliando giocattoli di legno, viaggiando di notte, affrontando ostacoli e spiriti ostili.
Alla fine della sua vita, gli immortali gli offrono l’eternità non come premio o potere, ma come riconoscimento di una dedizione totale agli altri. Così nasce Babbo Natale, non come figura distante, ma come uomo che ha fatto della gentilezza una scelta costante.
Stile e atmosfera
Baum scrive con una semplicità limpida, quasi da cronaca di miracoli quotidiani. La sua prosa è chiara, narrativa, attraversata da una filosofia laica che parla di responsabilità e di cura.
Ogni elemento del mito nasce da un bisogno concreto. Il camino, la slitta, la calza non sono simboli astratti, ma soluzioni immaginate per raggiungere le persone. È una tecnologia dell’ingegno e del cuore, che precede quella delle macchine. L’atmosfera del libro cresce lentamente, con un calore discreto, come una luce che non abbaglia ma resta.
Temi e riflessioni
Vita e avventure di Babbo Natale è un racconto sul valore sociale del dono. Claus non è un santo né un eroe, ma un artigiano che lavora, sbaglia, si stanca, invecchia. Ed è proprio questa dimensione umana a rendere la sua bontà credibile.
Baum anticipa, in forma fiabesca, una riflessione sul lavoro invisibile della cura e sulla solidarietà come pratica quotidiana. Il Natale non è un evento isolato, ma un processo che nasce dal desiderio di creare legami e di ridurre la distanza tra le persone.
Nel mondo di ninfe e spiriti, la magia non è l’eccezione, ma il riflesso di una scelta etica. Il vero miracolo non è possedere, ma condividere. Non è ricevere, ma continuare a dare anche quando nessuno lo chiede.
Perché leggerlo a Natale
Perché è insieme una fine e un inizio.
Perché chiude il percorso con una visione luminosa e terrestre, non l’attesa di un miracolo, ma la costruzione paziente della speranza.
E perché, dopo aver attraversato storie che raccontano il mondo così com’è, questo libro ricorda come potrebbe tornare a essere.
Con questo racconto di Baum il cerchio si chiude.
Abbiamo attraversato il Natale nella sua realtà, nelle sue ferite e nella sua grazia. E arriviamo qui, dove tutto ricomincia, con un bambino, un gesto, un dono.
Buon Natale a te, che sia gentile, imperfetto e profondamente umano!




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