Ultimamente mi trovo in quella fase strana della vita in cui tutto sembra ruotare intorno al cibo e ai ricordi. Ogni colazione è una piccola cerimonia sacra, ogni pranzo una specie di nostalgia.
Avevo bisogno di un libro che non solo mi nutrisse, ma che mi facesse anche assaporare ogni parola.
Così è arrivato Estasi culinarie di Muriel Barbery tra le mie mani: una promessa di emozioni da mordere piano, da digerire lentamente.

Trama: un ultimo morso alla vita

La trama è semplice ma piena di strati, come una lasagna di memorie: un critico gastronomico di fama mondiale è in punto di morte.
Nei suoi ultimi momenti, tra un respiro e l’altro, cerca disperatamente di ricordare il sapore perfetto che ha segnato tutta la sua esistenza.
Attraverso questa ricerca, riaffiorano piatti, luoghi, emozioni, e soprattutto quel retrogusto amaro del rimpianto.
Un uomo capace di riconoscere ogni minima sfumatura di un piatto… ma incapace di gustarsi la vita e gli affetti.

Stile di scrittura: una sinestesia continua

Muriel Barbery scrive in un modo che sembra quasi una danza dei sensi. Non è solo letteratura, è quasi cucina emotiva.
Ogni parola è come un ingrediente: senti il croccante, l’acido, l’amaro, il dolce.
Però, lo ammetto, a volte si lascia andare a riflessioni filosofiche un po’ pesanti.
Momenti in cui, invece di assaporare, mi sono ritrovatə a masticare pensieri troppo astratti… quando magari volevo solo un boccone di emozione semplice.

La mia esperienza di lettura

Leggere Estasi culinarie è stato un viaggio agrodolce.
Ci sono stati momenti in cui divoravo i capitoli come si fa con una crema pasticcera rubata di nascosto… e momenti in cui fissavo il soffitto pensando “ok, Muriel, ho capito che la vita è fatta di piccole degustazioni”.
Ma alla fine, la sensazione che mi è rimasta è quella di una dolce nostalgia.
Una nostalgia per qualcosa che forse non abbiamo mai vissuto davvero, o che abbiamo inventato per non morire di fame emotiva.

Estasi culinarie non è solo un libro sul cibo.
È un libro su tutto ciò che cerchiamo di mettere nella vita per darle sapore.
E forse, il piatto principale, è proprio quello che abbiamo dimenticato di assaporare.

15 risposte a “Estasi Culinarie”

  1. Mi è piaciuto moltissimo questo libro. Amo la scrittura di Barbery 🫶

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    1. Anche io! La Barbery ha questo modo di scrivere che ti fa sentire ogni cosa, come se ogni frase avesse il suo profumo

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  2. Interessante!
    Per rimanere in tema, ti consiglio “Indian takeaway” di Hardeep Singh Kohli: è la storia di un sikh di Glasgow che va alla ricerca della propria identità e vuole far conoscere la cucina brittannica agli indiani. e fa un viaggio nei posti legati alla sua famiglia. Si tratta di un’odissea comica e toccante e si scoprono un sacco di cose legate alla cucina indiana.

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    1. Ma grazie! Non lo conoscevo, sembra proprio il mio genere: viaggi, identità e cibo, tutto nel piatto! Me lo segno subito

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  3. 🎀 Mi piace.
    Buona giornata Giusy!

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  4. Di Muriel Barbery ho letto solo il famosissimo “L’eleganza del riccio”, ma mi sembra di capire che questo libro sia ancora meglio 🩵 Grazie anche per questa tua recensione!

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    1. “L’eleganza del riccio” resta nel cuore, è vero… ma questo ha un sapore diverso, più malinconico, più intimo. Ti entra piano piano, come certi piatti che all’inizio sembrano semplici e poi ti sorprendono con un retrogusto che non dimentichi 💙

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      1. Che bella metafora… Allora non me lo farò sfuggire! 😉

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  5. Non mi è piaciuto L’eleganza del riccio, quindi non leggerò questo…

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    1. Ti capisco, davvero! So che L’eleganza del riccio può non piacere a tutti, ha un ritmo particolare, e a volte sembra parlare più alla testa che al cuore

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      1. Mah, più che altro io l’ho trovato molto “costruito”, con personaggi che non mi hanno convinta. Ma so che a tanti è piaciuto, è stato un grande successo

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  6. Non ne ho letti molti, ma i libri che usano il cibo per raccontare di altro mi intrigano. La copertina di questa edizione è stupenda, con questo blu così delicato.

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    1. Sì, vero? Anche a me ha colpito subito quella copertina… è come un invito gentile, quel blu sembra una carezza. E se ti intrigano i libri che parlano di cibo per dire molto di più… Estasi culinarie è proprio una tavola piena di emozioni nascoste.

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